Sfida a Ferrara tra Matteo Salvini e le sardine. Il leader del Carroccio si è presentato nella città del leghista Alan Fabbri per un comizio last-minute, insieme alla candidata presidente Lucia Borgonzoni. In contemporanea il movimento ha organizzato un flash mob in piazza Castello chiedendo ai partecipanti di portare un libro. L’ex ministro dell’Interno per evitare le contestazioni ha scelto di parlare in galleria Giacomo Matteotti e non in una delle piazze, ma soprattutto ha annunciato solo venerdì scorso l’arrivo in città. Una strategia che, secondo le sardine, è servita per evitare che riuscissero a organizzare una contro-manifestazione. Che però è stata lanciata lo stesso in rete e che, secondo gli organizzatori, “ha radunato 2mila persone“. La manifestazione ufficiale delle sardine era stata il primo dicembre scorso e in quell’occasione si erano presentate almeno 6mila persone.

Salvini, intervenendo a Quarta Repubblica su Rete4, ha rivendicato invece il suo comizio: “Io oggi ho avuto la piazza piena a Ferrara, se la gente partecipa va bene, gli emiliani e i romagnoli mi chiedono infrastrutture, liste di attesa negli ospedali che non costringano di andare fuori, tempi certi per contributi alle aziende agricole. Mentre qui ci sono piazze contro, contro Salvini, contro i fascisti”. Sul palco con Salvini c’era il leghista Fabbri che alle ultime amministrative ha portato il centrodestra alla vittoria dopo 74 anni. E proprio il primo cittadino si è presentato sul palco con un panettone e una crema spalmabile prodotta da un’azienda di Ferrara. “Te la regalo”, ha detto all’ex ministro. Solo sabato scorso ha dichiarato di non voler più mangiare Nutella perché “dentro ci sono nocciole turche”.


In contemporanea le sardine si sono radunate nella simbolica piazza Castello di Ferrara. E per la prima volta dopo le decine di piazze che hanno seguito la prima contro-manifestazione del 14 novembre a Bologna, hanno deciso di presentarsi portando un libro. “Siamo sardine, studiamo per un Paese più bello!”, è stato lo slogan della manifestazione. “Un libro come simbolo di una protesta silenziosa che difende l’utilizzo di un nuovo linguaggio politico, basato sulla conoscenza, sulla cultura e sulla non violenza”. Il libro “è dedicato alla candidata leghista alle regionali Lucia Borgonzoni“, che l’anno scorso, ospite della trasmissione di Radio1 “Un giorno da pecora”, quando era sottosegretaria alla Cultura, aveva confessato di non leggere un libro da tre anni.

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