Dopo essere stato bocciato a un primo esame lo scorso 14 novembre, ora il commissario ungherese designato all’Allargamento, Oliver Varhelyi, è stato promosso dalla Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo (Afet nel gergo comunitario) che ha dato “semaforo verde” col sostegno del Ppe (all’interno del quale ci sono gli eurodeputati di Fidesz), dei Socialisti e democratici (S&D) e dai Liberali di Renew Europe. Ora, sulla via del voto il 27 novembre alla plenaria di Strasburgo, resta da sciogliere il nodo del commissario britannico, che il primo ministro britannico Boris Johnson, in piena campagna elettorale, si guarda bene dall’indicare. Domani si riunirà la conferenza dei presidenti di commissione del Parlamento, presieduta da Antonio Tajani, cui seguirà la conferenza dei presidenti giovedì 21. È possibile che si riunisca il Coreper, nel Consiglio, per attestare che la Commissione si possa insediare con soli 27 componenti, pur avendo uno Stato membro che si rifiuta di indicare un commissario. La presidente eletta Ursula von der Leyen continua a puntare ad insediarsi il primo dicembre.

Chi è Oliver Varhelyi – Fedelissimo di Viktor Orban ma non iscritto al suo partito, nelle risposte ai quesiti dei membri della commissione per gli affari esteri, che gli chiedevano una presa di distanza dalle politiche sovraniste del premier magiaro ha chiarito: “Non sarò vincolato né influenzato da alcuna dichiarazione o posizione di alcun Primo Ministro di qualsivoglia paese o rappresentante di alcun governo”. Varhelyi ha aggiunto che in qualità di Commissario, il suo “unico obiettivo è attuare le priorità politiche dell’Ue verso tutti i partner dell’allargamento e del vicinato, elaborare e attuare politiche nei Balcani occidentali e nel vicinato orientale e meridionale, sotto la guida dell’Alto rappresentante Ue e in piena collegialità in un vero e proprio spirito europeo”.

Il via libera di oggi arriva dopo un primo stop degli eurodeputati che, dopo averlo ascoltato in audizione aveva deciso di rimandarlo ad un nuovo esame. Al centro delle preoccupazioni i legami tra Varhelyi e Orban e, in particolare, alcune dichiarazioni di quest’ultimo, secondo cui l’Ungheria utilizzerà il portafoglio dell’Allargamento per promuovere gli interessi della Turchia. Giovedì scorso il commissario designato dalla Francia per la delega al Mercato Interno, Thierry Breton, e quella rumena per la delega ai Trasporti, Adina Valean avevano ricevuto l’ok dei deputati. Loro, come Varhelyi, ora dovranno passare l’ultimo esame il 27 novembre. Un voto sulla Commissione tout-court che molti analisti non danno per scontato, in cui si sveleranno i giochi e si vedrà quale sarà la maggioranza che sostiene von der Leyen, considerato che a luglio era passata con solo 9 voti di scarto, grazie al M5S.

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