Le prime 24 ore dei due giorni indicati dal premier Conte per trovare una soluzione alla crisi dell’Ilva che rischia di lasciare senza lavoro 5mila persone sono state all’insegna degli incontri, politici, sindacali e istituzionali. La Regione Puglia, gli enti locali, i sindacati: nel giorno in cui il ministro Stefano Patuanelli ha detto in Aula che ArcelorMittal vinse la gara grazie all’offerta economica, il premier Giuseppe Conte ha prima avuto un colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e poi chiamato a raccolta tutti per cercare una via d’uscita da quello che ha definito un “allarme rosso” dopo i diktat della famiglia Mittal per evitare l’addio. Pretese che non si fermano allo scudo penale, ma arrivano al licenziamento della metà dei 10.777 assunti da quando ha messo piede nell’acciaieria di Taranto e negli altri 11 siti del gruppo che fu della famiglia Riva. Il governo continua ad avere il richiamo dell’azienda alla responsabilità come priorità, ma inizia a ragionare anche su un piano B: “Nazionalizzare? Stiamo già valutando tutte le possibili alternative”, ha spiegato il premier aggiungendo che una causa contro l’azienda sarebbe la “battaglia giudiziaria del secolo dalla quale usciremmo tutti sconfitti”. Appello all’unità anche dal presidente della Camera Roberto Fico, che in serata, dopo aver auspicato che “lo Stato deve essere compatto per far valere ragioni e diritti”, ha aggiunto che “non si può pensare che una multinazionale stracci un contratto in questo modo così semplicistico. Lo Stato deve andare giù duro” nei confronti dell’azienda. In una giornata così complicata, ha trovato spazio anche la polemica politica, con le accuse a distanza tra Salvini e Di Maio: “I sovranisti stanno col Paese o sono i camerieri delle multinazionali?” ha chiesto provocatoriamente il ministro degli Esteri.

Al netto delle prese di posizione, il giro di incontri del presidente del Consiglio per cercare una soluzione all’impasse del siderurgico di Taranto è iniziato in mattinata dal Quirinale. Come apprende Ilfattoquotidiano.it, Conte è salito appositamente al Colle per riferire a Mattarella gli sviluppi della crisi dell’Ilva. Il presidente della Repubblica ha espresso preoccupazione per la situazione dell’acciaieria, ma anche per le altre crisi aziendali. Nel corso del colloquio, ha chiesto al governo di adoperarsi per risolvere rapidamente la crisi visto che l’occupazione è un problema importante per il Paese. In attesa di rivedere l’azienda prima del week end, il premier ha incontrato il governatore Michele Emiliano, il sindaco di Taranto e degli altri comuni più vicini al siderurgico, oltre ai delegati delle tute blu di Cgil, Cisl e Uil, pronti a scioperare venerdì in maniera unitaria dopo l’ordine sparso con cui stavano conducendo la battaglia contro ArcelorMittal da quando la situazione ha iniziato a precipitare. Emiliano ritiene “la decarbonizzazione l’unica strada possibile, che peraltro aprirebbe possibilità di lavoro e di ricerca per tutti i soggetti che si misurano con la modernità” e specifica che “questa fabbrica deve avere la possibilità di avviare la sua decarbonizzazione senza licenziare nessuno”. La leader Cisl Annamaria Furlan scongiura la via legale (“troppo lunga ed alla fine ci ritroveremmo la fabbrica chiusa”) e insiste sulla necessità delle reintroduzione dello scudo penale. Gli operai del gruppo si fermeranno per 24 ore a partire dalle ore 7 di venerdì in tutti i siti d’Italia, estendendo lo sciopero già programmato a Taranto. Intanto anche i lavoratori dell’indotto si sono detti pronti al blocco delle attività e dal colosso dell’acciaio è arrivato un altro passo sulla strada del disimpegno.

ArcelorMittal ha infatti presentato i conti del trimestre nel quale ha fatto segnare un calo della produzione di acciaio da 22,8 a 20,2 milioni di tonnellate e un rosso di circa mezzo miliardo di euro. “Continuiamo ad affrontare condizioni di mercato difficili, con prezzi dell’acciaio in ribasso e costi elevati della materia prima grezza”, ha detto il presidente e amministratore delegato Lakshmi Nivas Mittal, commentando i risultati che fanno segnare anche un peggioramento degli incidenti sul lavoro, a causa dei dati nello stabilimento di Taranto. “In questi mercati – ha proseguito – rimaniamo concentrati sulle nostre iniziative per migliorare il nostro rendimento e la nostra priorità è ridurre i costi, adeguare la produzione e assicurare una cassa positiva”.

In questo contesto si inserisce il ridimensionamento in Italia dove gli indiani puntano a liberarsi di 5mila operai e ad avere garanzie sulle tutele legali, non solo legate allo scudo dai processi ma anche sull’altoforno 2 che, a causa di prescrizioni non rispettate, rischia di essere spento il 13 dicembre su ordine della magistratura. Intanto, a quanto apprende Ilfattoquotidiano.it, giovedì mattina si è tenuto un incontro a Taranto tra il procuratore capo Carlo Maria Capristo e l’ad Lucia Morselli. Una semplice “visita di cortesia”: una formalità dopo la nomina di venti giorni fa. Nell’incontro con la Procura, l’amministratore delegato non ha sondato nemmeno il terreno sulla questione dell’altoforno. Della questione ex Ilva, secondo quanto trapelato, si è solo “chiacchierato a grandi linee” e Morselli avrebbe sottolineato ancora una volta l’incertezza del momento. In serata, infine, L’Ilva spa in amministrazione straordinaria ha risposto con durezza alla comunicazione di ArcelorMittal sulla retrocessione dei rami di azienda e il trasferimento dei dipendenti, comunicata ai rappresentanti sindacali e all’azienda stessa: “Vi diffidiamo – si legge nella lettera del siderurgico – dal voler desistere e, comunque, cessare i comportamenti sino ad oggi posti in essere e quelli pronunciati e, in particolare, dall’adottare qualsivoglia ulteriore azione in pregiudizio della tutela occupazionale e reddituale dei dipendenti e dello stato degli impianti“. Non solo. L’Ilva spa in amministrazione straordinaria ha criticato aspramente la decisione di ArcelorMittal, parlando di iniziativa “improvvida e improvvisa in palese contrasto con le dichiarazioni di intenti collaborativi e le azioni comunicateci qualche giorno addietro”.

Ha collaborato Francesco Casula

CRONACA ORA PER ORA

22.17 – Landini: “Ripristinare lo scudo e riflettere sul ruolo di Cassa depositi e prestiti”
Sono i punti che ha sostenuto il leader nel corso dell’incontro a palazzo Chigi. “Serve dare un segnale e ripristinare lo scudo penale, facendo rivivere il decreto del 2015 che riguardava anche i Commissari e che aveva una caratteristica precisa, che valeva in generale, senza fare favori a nessuno con norme che prevedevano come in tutte le situazioni di crisi chi subentrasse non dovesse essere responsabile di ciò che non ha fatto. Mi sembra una cosa di buon senso”, ha spiegato. Ma la Cgil ha anche sottolineato a Conte come “sarebbe importante che oltre a dire di far rispettare il piano l’esecutivo mettesse sul piatto la possibilità di entrare con Cdp o in un’altra forma, dentro l’attuale società”. Una nazionalizzazione parziale che per Landini avrebbe un doppio vantaggio:” da un lato toglierebbe qualsiasi idea di ostilità e dall’altra sarebbe un elemento per fare in modo che quegli investimenti e impegni presi siano realizzati”. Una proposta che non ha però avuto nessuna risposta per ora dal governo.

21.12 – Emiliano: “Decarbonizzazione senza licenziare nessuno”
“Le nostre comunità sanno bene quali sono i costi reali della produzione a carbone in termini di salute e di economia e per questo sosteniamo che la decarbonizzazione sia l’unica strada possibile, che peraltro aprirebbe possibilità di lavoro e di ricerca per tutti i soggetti che si misurano con la modernità. Ma questa fabbrica deve avere la possibilità di avviare la sua decarbonizzazione senza licenziare nessuno”, ha detto Emiliano. E ha aggiunto: “In sede amministrativa noi come Regione Puglia sosterremo il contenzioso in atto, nel limite delle possibilità tecniche che l’avvocatura di Stato ci indicherà, e cercheremo di fornire al governo elementi di prova per dimostrare il dolo e forse anche la premeditazione di questo recesso da parte di Arcelor Mittal”.

21.06 – Furlan: “No via legale. Sì a scudo in decreto”
“Il Paese deve scegliere da che parte stare – ha detto la leader Cisl -, credo che la via legale sarebbe troppo lunga ed alla fine ci ritroveremmo la fabbrica chiusa. Dobbiamo invece privilegiare un percorso che mantenga in vita la fabbrica e la produzione di acciaio nel nostro paese. Proprio per questo credo che il governo debba sgombrare subito il campo dalla questione dello scudo penale. Il decreto è la strada più breve per togliere definitivamente dal tavolo quella questione che ha animato per tanto tempo il dibattito – ha aggiunto – Questo anche per impedire speculazioni da parte di Arcelor ed anche nella eventualità che altri soggetti si ritrovino nelle stesse condizioni”.

19.47 – Fico: “Stato deve essere unito, duri con azienda”
Sull’ex Ilva “lo Stato deve essere unito e compatto per far valere ragioni e diritti, non si può pensare che una multinazionale stracci un contratto in questo modo così semplicistico. Lo Stato deve andare giù duro. Da terza carica dello Stato dico che questo è uno dei classici momenti in cui lo Stato deve essere unito”. Parola del presidente della Camera Roberto Fico, che ha parlato con i cronisti davanti Palazzo Chigi.

19.35 – Ex Ilva diffida Arcelor Mittal: “Tutelare occupazione”
L’Ilva in amministrazione straordinaria risponde alla comunicazione di ArcelorMittal sulla retrocessione dei rami di azienda e il trasferimento dei dipendenti, comunicata ai rappresentanti sindacali e all’azienda stessa: “Vi diffidiamo – scrive – dal voler desistere e, comunque, cessare i comportamenti sino ad oggi posti in essere e quelli pronunciati e, in particolare, dall’adottare qualsivoglia ulteriore azione in pregiudizio della tutela occupazionale e reddituale dei dipendenti e dello stato degli impianti”.

17.57 – Di Maio: “Lo Stato chieda i danni”
“La prima cosa che voglio dirvi è che in questi giorni si sta consumando una battaglia per la sovranità dello Stato italiano. Se una Multinazionale ha firmato un impegno con lo Stato, lo Stato deve farsi rispettare, chiedendo il rispetto dei patti e facendosi risarcire i danni”. E’ quanto chiede il capo politico del Movimento Cinque stelle, Luigi Di Maio, in un post su facebook.

17.41 – Di Maio: “Sovranisti stanno col Paese o camerieri multinazionali?”
“In questi giorni ci sarà da far rispettare la sovranità dello Stato. E non lo potranno fare i camerieri delle multinazionali travestiti da sovranisti. Dovranno farlo le persone di buon senso. Unite e tutte dalla stessa parte, quella della città di Taranto, dei suoi cittadini e dei suoi lavoratori. Il Movimento 5 Stelle ci sarà”, così Di Maio in un post su Facebook. Da Salvini, aggiunge, è arrivata “una resa senza condizioni. Tra un po’ gli portano anche la scorzetta di limone. Senza contare che la multinazionale ha già detto che lo scudo non c’entra e che comunque loro lasceranno per strada 5mila persone. Siamo arrivati al paradosso che la multinazionale fa leva sui sovranisti per piegare la volontà dello Stato”.

17.39 – Di Maio: “Mi implorarono per avere l’impianto”
“Mi implorarono di dargli lo stabilimento dicendomi che sarebbero arrivati a 8 milioni di tonnellate. Poi invece hanno scoperto di non riuscire a produrne neanche 4 milioni”. Lo scrive su facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando della vicenda Arcelor Mittal. Si tratta, spiega Di Maio, di “un contratto che provai a revocare nel 2018 e che migliorai, obbligando Arcelor Mittal ad assumere tutti e 10.500 e non solo 8000 come voleva fare all’inizio”.

17.30 – Conte: “Nazionalizzare? Valutiamo tutte le alternative”
Una nazionalizzazione dell’ex Ilva? “Stiamo già valutando tutte le possibili alternative ma ora non ha senso parlarne. Aspetto una proposta dal signor Mittal e vorrei incontrarlo nelle prossime ore”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel corso di Porta a Porta, in onda questa sera su RaiUno.

17.24 – Conte: “Con Arcelor sarebbe battaglia giudiziaria del secolo”
“Non è un problema legale, perché una battaglia legale ci vedrebbe tutti perdenti. Ove mai fosse giudiziaria, sarebbe quella del secolo. Non si può consentire che si vada via senza rispettare gli obblighi contrattuali”. Lo ha detto il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, durante la registrazione di Porta a Porta, parlando dell’ex Ilva.

17.13 – Vescovo di Taranto tenta di ‘mediare’ coi vertici Arcelor
Tentativo di mediazione dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro con i rappresentanti di ArcelorMittal sul nodo dell’ex Ilva. Il presule fa sapere di avere avuto un confronto con i rappresentanti dell’acciaieria. “Sapete – afferma Santoro – quanto io senta vicina la causa di Taranto dell’ambiente, della salute e del lavoro. Sì, ho avuto modo di parlare con l’azienda ed ho ribadito che 4.000-5.000 esuberi devono essere assolutamente eliminati. Oppure qualcuno se ne deve prendere carico”.

16.43 – Mattarella ha espresso preoccupazione al premier
Il presidente della Repubblica ha espresso preoccupazione per la situazione dell’acciaieria, ma anche per le altre crisi aziendali. Nel corso del colloquio, avrebbe chiesto al governo di adoperarsi per risolvere rapidamente la crisi visto che l’occupazione è un problema importante per il Paese

16.23 – Blog delle Stelle: “Non cedere a ricatti multinazionali”
“Arcelor Mittal sta giocando con la vita di 15.000 lavoratori italiani”. Così il Movimento 5 Stelle sul blog. “Ora è chiaro quanto si sospettava già da tempo: la holding franco indiana ha affittato Ilva non per rilanciarla e bonificarla, come voleva far credere, ma per accompagnarla verso una morte lenta e dolorosa. L’obiettivo di Mittal è sempre stato togliere di mezzo un concorrente temibile dal mercato dell’acciaio. Lo confermano le dichiarazioni ufficiali di questi giorni, con le quali i massimi dirigenti di Mittal si dicono indisponibili ad onorare il contratto anche se lo scudo penale venisse ripristinato. L’altra scusa è che i giudici potrebbero sempre interrompere la produzione. La verità è che questa multinazionale non ha nessuna intenzione d’investire in un piano industriale serio. Come se avessero fatto e vinto una gara ad evidenza pubblica senza nemmeno conoscere la storia dello stabilimento e le condizioni interne dei macchinari”. “Ilva funziona a mezzo servizio, con i soli Altoforni 1, 2 e 4 parzialmente attivi. Se non si adeguano gli impianti andrà sempre peggio, anche dal lato ambientale, importante almeno quanto quello produttivo e occupazionale – si legge – L’atteggiamento di Mittal è indecoroso e non può che trovare la ferma opposizione del Governo italiano. Il MoVimento 5 Stelle su questo non transige”.

16.13 – Conte al Quirinale questa mattina
Giuseppe Conte è salito questa mattina al Quirinale per un colloquio con il presidente Sergio Mattarella. Il presidente del Consiglio – si è appreso da fonti della maggioranza – ha riferito al capo dello stato dei suoi colloqui di ieri con la proprietà Arcelor Mittal e delle misure che possono essere messe in atto per trovare una soluzione alla crisi aziendale.

16.05 – Emiliano: “Parte M5s vuole implosione? Incoscienti”
Se c’è un’ala dei Cinquestelle “che pensa che la chiusura dell’Ilva sfumata nonostante le promesse elettorali, si possa raggiungere facendo implodere la fabbrica e lasciando tutti col cerino in mano, questi sono degli incoscienti puri”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo a Tagadà su La7.

15.59 – Usb: “Arcelor andrà via. È solo questione di tempo”
“La multinazionale se ne andrà a prescindere dell’impossibile accettazione del ricatto, è solo questione di tempo. ArcelorMittal non ha alcun interesse industriale verso il gruppo siderurgico italiano. Acquisendo Ilva ha impedito ad altre imprese concorrenti di ottenere un rilevante insediamento in Italia ed ha conquistato una fetta ulteriore di mercato”. Lo sottolineano il segretario nazionale dell’Usb Sergio Bellavita e il coordinatore provinciale di Taranto Francesco Rizzo, che parteciperanno al tavolo di crisi convocato a Palazzo Chigi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. I due sindacalisti parlano di “ennesimo inaccettabile ricatto della multinazionale dell’acciaio. Il governo e l’intero paese non possono piegarsi a quello che appare come un vero e proprio tentativo di estorsione da parte di Mittal. La multinazionale ha acquisito il gruppo sottoscrivendo impegni precisi: occupazionali, ambientali e produttivi”.

15.34 – Delrio: “Errore aver dato alibi sullo scudo”
“L’ultimo decreto Di Maio era stata un’ottima mediazione ed è stato un errore dare un alibi all’azienda ma come lei ha detto, ministro Patuanelli, e come ha detto Conte possiamo rimediare in 5 minuti. Ma se anche stasera ci fosse il decreto del presidente del Consiglio, noi non avremmo una revisione delle intenzioni di Mittal”. Lo ha detto Graziano Delrio, capogruppo Pd, in aula alla Camera.

15.30 – Delrio: “Chi vuole difendere l’Italia sta con il governo”
“Chi oggi vuole difendere l’Italia e gli interessi italiani sta dalle parte del governo. Ilva è una prova di forza e coraggio per il Paese. Non possiamo consentire alle multinazionali di scorazzare nel nostro Paese, violando accordi già presi. I patti e i piani industriali non si riscrivono sulla pelle dei lavoratori. E chi vuole fare pagare i propri errori ai lavoratori troverà un intero Paese a difenderli e un governo disposto a fare un’azione legale profonda, efficace perché né Whirlpool, né Arcelor Mittal possono andare in un’altra direzione, creando un pericoloso precedente”. Lo dice il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, durante la discussione in aula dopo l’informativa del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sul caso dell’ex Ilva.

15.20 – Il sindaco di Taranto: “Abolizione scudo è una scusa”
“Non pensiamo che ArcelorMittal voglia rimanere qui, pensiamo invece che sia solo una scusa quella dello scudo penale. E lo dimostra il fatto che il Governo nel tavolo tenuto ieri ha subito assicurato il ripristino dell’immunità senza alcun risultato”. Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. “Pensiamo invece – aggiunge – che ArcelorMittal abbia sbagliato il piano industriale e non sia adesso in grado di rispettare gli impegni presi.

15.13 – Caos in Aula, la Lega: “A casa voi, non gli operai. Elezioni”
Tensioni in Aula alla Camera nel dibattito dopo le comunicazioni del ministro Stefano Patuanelli su Arcelor Mittal, con il presidente Roberto FIco che ha dovuto faticare per mantenere l’ordine. I deputati della Lega hanno esposto dei cartelli con la scritta “A casa voi, non gli operai dell’Ilva”, gridando “elezioni, elezioni”.

15.10 – D’Attis (Fi): “Siete in cul de sac, non sapete cosa fare”
“Il caso Ilva ci mette di nuovo all’angolo tra tutti i paesi europei, nessuno si fida più di noi. Lo ha detto Romano Prodi che ammette pubblicamente il fallimento della politica industriale di questo governo. Siete in un cul de sac e purtroppo ci avete infilato il Paese con le vostre incertezze e strategie elettorali”. Lo ha detto in aula alla Camera Mauro D’Attis a nome di Forza Italia dopo l’informativa del ministro Stefano Patuanelli su Ilva.

15.06 – Molinari: “Governo finito se patti davanti ai lavoratori”
“Hanno ragione i Cinquestelle, questo Parlamento è diventato totalmente inutile, se mette i vincoli e gli accordi di maggioranza davanti al salvataggio di 16mila lavoratori, se non blocca questa follia”. Lo dice il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, durante la discussione in aula dopo l’informativa del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sul caso dell’ex Ilva. “Difronte a questo disastro annunciato e voluto dal M5S – prosegue rivolgendosi al Pd – avete solo una chance: staccare la spina aquesto governo e andare a casa. Perché il governo finisce oggi”, aggiunge. Rivolto, poi, verso i banchi della maggioranza, conclude: “Piuttosto che 16mila posti di lavoro, voi preferite difendere una manciata di posti, i vostri”

14.23 – Patuanelli: “Vinse per offerta più alta, piano Acciaitalia migliore”
In sede di gara e di aggiudicazione il piano presentato da Acciai Italia “è stato giudicato migliore per piano industriale e piano ambientale”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli in audizione a Montecitorio sottolineando però che “la cordata guidata da Arcelor Mittal ha vinto perché è stata ritenuta migliore la sua offerta” nella “parte relativa al prezzo”.

14.17 – Patuanelli: “Recesso è ultimo tassello, tutti partiti coinvolti”
Il recesso di Arcelor Mittal è “solo l’ultimo tassello di un mosaico di una serie di eventi che nel tempo hanno visto il coinvolgimento a vario titolo di tutti i governi e delle forze politiche presenti in Parlamento”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, parlando in Aula alla Camera dell’ex Ilva.

14.11 – Incontro in procura con Morselli una “visita di cortesia”
Una semplice “visita di cortesia”: una formalità dopo la nomina di venti giorni fa. Nell’incontro con la Procura, l’amministratore delegato non sonda nemmeno il terreno sulla questione dell’altoforno. Della questione ex Ilva, secondo quanto trapelato, si è solo “chiacchierato a grandi linee” e Morselli avrebbe sottolineato ancora una volta l’incertezza del momento. (di Francesco Casula)

13.22 – Arcelor rescinde contratto con ditta appalto: 50 in cig
Dopo l’annuncio di recessione del contratto di affitto dell’Ilva da parte di ArcelorMittal, la ditta Enetec dell’appalto del siderurgico ha annunciato la cassa integrazione per 50 lavoratori su un organico complessivo di 56 unità, a partire dall’11 novembre e per 13 settimane. L’impresa si occupa di progettazioni, costruzioni e montaggi industriali. Ai sindacati metalmeccanici, la Enetec ha spiegato di ritenere “improcrastinabile l’avvio di una procedura di cassa integrazione ordinaria per 50 unità lavorative, 46 operai e 4 impiegati”.

12.38 – Fiom, Uilm e Fim: “Sciopero in tutta Italia dalle 7 di venerdì”
Fiom, Fim e Uilm hanno indetto 24 ore di sciopero in tutti i siti dell’ex Ilva in Italia a partire dalle 7 di venerdì e dichiarano “intollerabile quanto emerso dall’incontro di ieri tra il Presidente del Consiglio e i vertici di ArcelorMittal, programmato per chiedere il ritiro della procedura di disimpegno dagli stabilimenti dell’ex Ilva annunciata il 4 novembre”. La multinazionale, aggiungono, ha posto delle “condizioni provocatorie e inaccettabili”.

12.31 – Patuanelli: “Oggi in Aula senza strumentalizzazioni”
“Oggi ci saranno due informative, una alla Camera dei Deputati e una al Senato della Repubblica, in cui spiegherò nei dettagli tutta la verità sulla vicenda ex-Ilva”. A sottolinearlo è il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, in un post su Facebook. “In massima trasparenza e senza strumentalizzazioni, come è giusto che sia”, aggiunge. I due appuntamenti sono, rispettivamente, alle 14 e alle 16.30.

12.05 – Zingaretti: “Ilva non è fattore di crisi per il governo. Uniti”
“No. Uniti dobbiamo chiedere a questa azienda di fare il proprio dovere. E l’impresa deve sapere che l’Italia è unita a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici dell’impianto”. E quanto ha dichiarato il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sull’ipotesi che l’Ilva possa rappresentare un fattore di crisi per il governo. Ed ha aggiunto: “Ieri mi sembra che il governo abbia preso una posizione molto netta e chiara da sostenere”.

11.25 – Incontro in procura tra pm e vertici di ArcelorMittal
A quanto apprende Ilfattoquotidiano.it, l’amministratore delegato di ArcelorMittal, Lucia Morselli, in mattinata ha incontrato i magistrati della procura di Taranto guidata da Carlo Maria Capristo. (di Francesco Casula)

11.10 – Incontro Conte-sindacati alle 17.30
L’incontro tra Governo e sindacati sulla vicenda ex Ilva annunciato per oggi si terrà alle 17.30 a palazzo Chigi. Lo si apprende da fonti sindacali.

10.59 – ArcelorMittal: “Priorità taglio dei costi, mercato difficile”
ArcelorMittal ha continuato ad “affrontare condizioni di mercato difficili nel terzo trimestre, con prezzi dell’acciaio in ribasso e costi elevati della materia prima grezza”. Lo ha detto il presidente e amministratore delegato Lakshmi Nivas Mittal commentando i risultati trimestrali del Gruppo. “In questi mercati – ha proseguito – rimaniamo concentrati sulle nostre iniziative per migliorare il nostro rendimento e la nostra priorità è ridurre i costi, adeguare la produzione e assicurare una cassa positiva”.

10.28 – Sindacati dell’indotto: “Pronti a blocco attività”
“L’auspicio è che governo e istituzioni creino le condizioni per una soluzione definitiva. Senza una risposta esaustiva, unitariamente alle confederazioni di Cgil, Cisl e Uil e al fianco dei colleghi degli altri settori del siderurgico, saremo pronti a tutte le iniziative fino al blocco a oltranza delle attività lavorative nei propri settori”. Lo sottolineano i segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Fist Cisl, Uiltrasporti e Uiltucs Uil che rappresentano gli operai dell’indotto.

10.09 – Salvini: “Danno irreparabile, spero non tocchi ad Alitalia”
“È un Governo di irresponsabili che gioca con operai e imprenditori. O tornano indietro e chiedono scusa o sarà per l’Italia un danno irreparabile. Se Ilva dovesse morire se lo portano sulla coscienza. Poi andassero a Taranto. La prossima non vorrei che fosse Alitalia”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a margine della manifestazione di Coldiretti contro i cinghiali in piazza Montecitorio.

9.06 – Proseguono sciopero Fim e presidio
Prosegue il presidio di lavoratori davanti alla direzione dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto dopo la conferma della volontà di recesso del contratto da parte dell’azienda. Terminerà alle 15 lo sciopero di 24 ore proclamato dalla Fim, mentre domani alle 7 partirà uno sciopero sui tre turni indetto da Fiom e Uilm che avevano atteso l’esito dell’incontro tra governo e sindacati prima di intraprendere altre iniziative di mobilitazione.

9 – Boccia: “Sapevo sarebbe finita così. Lo dicevamo solo io ed Emiliano”
“Non sono sorpreso, lo sapevo che con loro sarebbe finita così e in politica non c’è cosa peggiore. E’ sempre la sintesi di un fallimento collettivo. Quando Michele Emiliano e io dicevamo che era un errore assegnare l’azienda a Mittal ci prendevano per matti, tutti dicevano che quella con ArcelorMittal era una grande operazione, mentre io da deputato e da pugliese ero stato l’unico in Parlamento a dire che la cordata Mittal non dava garanzie adeguate sulle prospettive industriali”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, Francesco Boccia.

8.40 – Emiliano: “Presento a Conte un piano di ristrutturazione”
“Abbiamo proposto negli anni ai Governi che si sono succeduti un processo di profonda ristrutturazione della fabbrica, che innanzitutto tuteli la salute, l’ambiente e la sicurezza del lavoro. Oggi incontreremo il Presidente Conte alle 15:30, se ci ascolterà saremo in grado di fare una proposta compiuta che darebbe alla fabbrica una nuova impostazione tecnologica compatibile con la salute e che possa salvaguardare il sistema industriale”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky Tg24 il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano parlando dell’ex Ilva.

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