Sul sito del Movimento Sociale Italiano Giuseppe Niccolai viene descritto come “un fascista che mai ha rinnegato il proprio passato ma che anzi ne ha sempre esaltato le virtù” e come “un vero camerata”. Non solo: nella sua lunga militanza prima da consigliere comunale e poi da deputato (e fondatore) del Msi, propose il ripristino della pena di morte. Per questi “meriti” il comune di Pisa guidato dal leghista Michele Conti (con un passato in Alleanza Nazionale) vuole dedicare a Niccolai una rotatoria a Marina di Pisa, località balneare a pochi chilometri dalla torre pendente. La decisione della giunta di centrodestra ha provocato prevedibilmente la collera delle opposizioni in consiglio comunale e dell’Anpi. “Le strade, le piazze e le rotatorie si intitolano a chi merita la gratitudine dei posteri per l’eredità che lascia e a chi può essere indicato come esempio alle nuove generazioni – ha scritto Bruno Possenti, presidente provinciale dell’Associazione dei partigiani in un appello rivolto al sindaco Conti – Intitolare una rotatoria a Giuseppe Niccolai è una decisione grave”.

Niccolai, il “fascista doc”
Giuseppe, detto “Beppe”, Niccolai è stato un esponente e tra i fondatori del Movimento sociale senza rinnegare mai la sua indole fascista (“un fascista doc” dicono di lui i nostalgici). Nato a Pisa il 26 novembre 1920, già da ragazzo iniziò ad impegnarsi attivamente nelle organizzazioni giovanili fasciste. Poi decise di arruolarsi volontario in Libia prima di essere catturato dagli inglesi e tenuto prigioniero in Texas fino al 1946, liberato grazie all’amnistia del ministro della Giustizia Palmiro Togliatti. E’ a quel punto che inizia la carriera istituzionale di Niccolai: consigliere comunale del Msi dal 1951 al 1980, viene eletto alla Camera proprio nel collegio di Pisa. Nel partito di Giorgio Almirante, Niccolai era una delle voci critiche nei confronti della svolta filoatlantista e filomonarchica dei vertici e a favore di posizioni legate al “socialismo nazionale” (parole che, accostate, evocano periodi oscuri della storia).

Molti lo ricordano, oltre per la sua proposta di ripristinare la pena capitale, anche per la richiesta di riconoscere (a fini pensionistici) la militanza nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (da cui provenivano gli squadristi in camicia nera), i diritti alla pensione per i volontari che combatterono in Spagna a fianco del generale Francisco Franco e l’estensione dei benefici per i repubblichini alleati dei nazisti tra il 1943 e il 1945.

La toppa del Comune: intitolazioni anche per due antifascisti
Dopo la decisione di dedicare a Niccolai una rotonda a Marina di Pisa, la vicesindaca in quota Forza Italia Raffaella Bonsangue ha provato a metterci una toppa che però è risultata peggiore del buco: dopo aver specificato che l’atto di intitolazione dà esecuzione “a una delibera di consiglio comunale già assunta in precedenza” ha annunciato che l’amministrazione dedicherà altre due rotatorie sempre sul litorale pisano ad altri due politici della Prima Repubblica: il presidente locale dell’Azione Cattolica Carlo Ciucci (che fece parte della Dc) e il membro del comitato centrale del Pci, Giuseppe De Felice. Così facendo però la giunta leghista ha messo sullo stesso piano due esponenti politici da sempre legati ai valori antifascisti con uno che invece al fascismo dedicò buona parte della sua vita.

Per questo, l’annuncio della vicesindaca ha provocato l’ira della figlia di De Felice, Michela, che al Tirreno si è dissociata dal progetto del Comune dichiarando di non volere che quell’area abbia il nome del padre. “Intanto non ci hanno informato dell’iniziativa ed è una prima scorrettezza – ha detto parlando anche a nome degli altri familiari – e poi mio padre e Niccolai sono due personaggi da tenere ben distanti e avvicinarli significa infangare la memoria di mio padre e questo non lo possiamo accettare”.

Il Comune: “Proteste dei soloni, noi omaggiano la buona politica”
Nonostante le polemiche, nei prossimi giorni l’amministrazione individuerà le date per l’inaugurazione delle tre rotatorie (in giorni diversi): “E’ un omaggio alla buona politica – dice l’assessore all’Ambiente di Fratelli d’Italia, Filippo Bedini – Il centrodestra, a differenza dei soloni che si sono inalberati in questi giorni, non ostracizza le figure ideologicamente lontane come quella di De Felice, ma le nobilita”. Continueranno a protestare invece Una città in comune, Rifondazione Comunista e Pisa Possibile (lista locale di Pippo Civati) che ieri hanno ricordato un episodio in più della vita di Niccolai: “Fu un comizio voluto da Niccolai il 5 maggio 1972 due giorni dopo un attentato fascista a scatenare le manifestazioni in cui Franco Serantini fu picchiato e arrestato dalla polizia e lasciato morire tra le mura delle istituzioni statali”. Serantini, anarchico di 21 anni non ancora compiuti, fu ritrovato in coma in una cella del carcere Don Bosco. Le inchieste per individuare chi avesse ridotto così Serantini non ebbero alcun risultato.

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