Sembrava un caso chiuso, dopo il salvataggio dell’azienda e un’inchiesta conclusa con l’archiviazione dell’ex sindaco Filippo Nogarin e dell’ex assessore al Bilancio Gianni Lemmetti. E invece no perché il futuro di Aamps, la municipalizzata dei rifiuti di Livorno, torna ad essere incerto. L’annuncio lo ha dato in una conferenza stampa il sindaco di centrosinistra, Luca Salvetti, eletto a maggio, che insieme al nuovo amministratore unico dell’azienda Raphael Rossi hanno snocciolato le cifre del bilancio semestrale gennaio-giugno 2019. E non sono certo positive: quei 5 milioni di utili stimati dalla precedente giunta M5s al 31 dicembre 2019, in realtà sono solo 300mila euro mentre i 4,7 milioni restanti verranno a mancare. Non solo: il documento che sintetizza l’andamento dell’azienda certifica anche un taglio “in fase di budget di 378mila euro” che potrebbe portare ad una perdita (ma anche queste sono stime) di 297mila. “Nogarin aveva garantito che la situazione era sotto controllo ma non è così – attacca il sindaco Salvetti – Adesso dobbiamo fare i conti della serva”. La replica di Nogarin è netta: “Non sono nemmeno capaci di leggere il piano di concordato – dice irritato a ilfattoquotidiano.it – Se ritengono che abbia commesso qualcosa di illecito, si facciano avanti”.

“Il porta a porta costa di più, mezzi di raccolta sottostimati”
Il piano di concordato di Aamps era stato presentato nel dicembre 2015 e approvato a marzo 2017 dal tribunale di Livorno: qui si leggeva che al 31 dicembre 2019 l’utile sarebbe stato pari a 5 milioni di euro, frutto dei nuovi investimenti che l’azienda avrebbe dovuto fare negli anni successivi: dai nuovi impianti alla raccolta porta a porta passando per uno smaltimento dei rifiuti alternativo all’incenerimento. Questi investimenti però non sono andati tutti a buon fine. I problemi arriverebbero principalmente dalla raccolta dei rifiuti porta a porta che, secondo i dati del Comune, costa 1,2 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno a causa di una sottostima degli automezzi usati per la raccolta e in parte per un utilizzo maggiore degli operatori per il servizio. Non solo: ogni anno a Livorno si producono 18mila tonnellate di materiale organico che vengono portate a smaltire in Lombardia ad un costo molto salato: 2 milioni di euro. Da qui i problemi di oggi di Aamps.

“Il piano di Nogarin era un bluff, non è mai stato realizzato – conferma a ilfatto.it l’assessore al Bilancio, Viola Ferroni – Sono saltati tutti gli investimenti. E l’ex sindaco questo lo sapeva già un anno fa quando aveva tutti gli elementi in mano per non essere così positivo come previsto dal piano di concordato del 2015”. Poi l’attacco a testa bassa nei confronti della vecchia giunta: “Ci sono stati errori sia nel metodo che nel merito – continua Ferroni – In primis non si può fare una narrazione completamente diversa dalla realtà: la comunicazione è stata falsa. Nel merito invece noi ci troviamo a prendere in mano un’azienda che dal punto di vista della gestione ha delle difficoltà enormi. Adesso vogliamo invertire la rotta”. Come? Non è ancora chiaro, però l’amministrazione comunale ha chiarito che non sarà aumentata la Tari per riportare l’azienda con i conti in ordine entro l’anno.

Nogarin: “Sono incapaci, non sanno nemmeno leggere le carte”
Dal Movimento 5 Stelle sono furiosi, sia per lo “stile istituzionale” del sindaco che ha parlato della situazione dell’azienda in una conferenza stampa invece che portare il dibattito in consiglio comunale, ma soprattutto per il merito della questione. L’ex sindaco Nogarin, chiamato in causa, risponde: “Non sono capaci di leggere il piano di concordato approvato nel 2017 – dice – Hanno distrutto un’azienda, l’hanno ridotta in polvere lasciando 42 milioni di euro di debiti e adesso fanno la morale a chi l’ha salvata? E’ ridicolo e stanno prendendo in giro una città intera. Poi se ritengono che abbia commesso qualcosa di illecito, si facciano avanti invece di fare queste boutade”. La consigliera Stella Sorgente invece spiega che “il problema del concordato è chi l’ha ereditato” (ovvero il Pd) parlando di gestione “imbarazzante” dei rifiuti in città. Poi spiega il motivo dei soldi mancanti: “La presunta differenza rispetto al piano industriale in questa semestrale, semplicemente, non esiste – continua Sorgente – Tre milioni sono accantonati per lo spegnimento dell’inceneritore e 1,5 milioni sono stati anticipati dal 2017 al 2018. Per saperlo però bisogna leggere i numeri: lo hanno fatto per tre mesi, ma ancora non hanno capito. Bisogna leggere il pluriennale, non per singolo anno di concordato”.

Twitter: @salvini_giacomo

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