Un report sui crimini fiscali compiuti ogni anno negli Usa, con tanto di “casi esemplari” divisi Stato per Stato. Così l’Internal revenue service (Irs), cioè l’Agenzia delle entrate americana, punta a spiegare ai suoi cittadini i risultati raggiunti nella lotta a chi evade le tasse. Non solo attraverso dati e numeri – che pure fanno rumore: 9,69 miliardi di dollari scoperti solo nel 2018 e 10,4 miliardi in altri reati finanziari – ma anche nomi e cognomi degli arrestati, condanne ricevute, multe da pagare allo Stato. Una lista dettagliata che non fa sconti a nessuno, e che può avere anche un effetto deterrente. Al suo interno c’è di tutto: da Alphons Iacobelli, dirigente Fca a Detroit condannato a 5 anni e mezzo di prigione per evasione fiscale e per aver tentato di corrompere alti funzionari del sindacato dei lavoratori; fino all’ex “portavoce” di Alphabay, il mercato nero del dark web chiuso nel 2017 al termine di un’operazione internazionale di cyberpolizia.

Obiettivo del rapporto, come spiega il capo del reparto Indagini penali dell’Irs Don Fort, è quello di “mostrare ai contribuenti rispettosi della legge che prendiamo sul serio le violazioni delle norme fiscali e perseguiremo coloro che traggono vantaggio dal sistema”. Un’attività che viene portata avanti sempre di più attraverso l’utilizzo di big data e di algoritmi capaci di identificare i crimini finanziari. Nel mirino dell’Agenzia delle entrate a stelle e strisce, infatti, non ci sono soltanto imposte mancate e false dichiarazioni dei redditi, ma anche i reati informatici, quelli legati alle droghe, la corruzione pubblica, le frodi corporative. A svolgere le indagini sono 21 succursali distribuite su tutto il territorio americano. E proprio ai loro case files è dedicata la seconda metà del report: più di 80 pagine con tutti i dettagli delle principali sentenze ottenute dall’Irs nel 2018.

Il New York Field office, ad esempio, è riuscito a far condannare il rapper Earl Simmons (conosciuto come Dmx) a 1 anno di carcere, più 3 in libertà vigilata, e a ottenere la restituzione di oltre 2 milioni di dollari per tributi mai versati frutto della sua attività musicale. C’è poi il caso dell’ex giocatore di football Merrill Robertson Jr., accusato di aver partecipato a un “sistema di frodi” da 10 milioni che gli costerà 40 anni di prigione. In Missouri, invece, ha fatto scalpore la vicenda dell’ex professionista dell’Nba Kermit Washington: dopo una carriera iniziata nei Los Angeles Lakers e conclusa nei Golden State Warriors, per lui sono previsti 6 anni dietro le sbarre per aver fatto affari illeciti con un ente benefico. In base a quanto ricostruito dai giudici, avrebbe venduto “circa 12 milioni di dollari di software contraffatto: i clienti avevano l’impressione che il ‘100 per cento’ dei proventi delle vendite fosse destinato alla beneficenza, quando, in realtà, era vero solo in parte”. Il resto dei soldi era destinato a spese personali come “affitto, vacanze, la chirurgia plastica per la sua fidanzata dell’epoca”. Per non parlare dei pagamenti destinati a una ex prostituta, anziché alle famiglie dell’Africa che il suo ente dichiarava di sostenere.

Fra i nomi riportati nell’elenco, però, c’è spazio anche per persone comuni, storie ordinarie di cittadini che per anni sono risultati invisibili al Fisco. E che ora sono messi ben in evidenza dall’Irs. Come Donald J. McCarthy, un avvocato del Connecticut perseguito per non aver versato tasse, interessi e sanzioni per oltre un decennio; Tina Cozart, Illinois, beccata mentre utilizzava la carta di credito aziendale per fini personali. Oppure Rick Rizzolo, reo di aver pagato in contanti i baristi e i buttafuori del suo strip club a Las Vegas.

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