Il Milan ha scelto Luciano Spalletti. La rocambolesca vittoria per 2 a 1 contro il Genoa non è bastata a Marco Giampaolo per convincere la società e rimanere sulla panchina rossonera. Sotto accusa restano il gioco e lo scarso utilizzo dei nuovi acquisti. Il suo successore è stato individuato nell’ex tecnico dell’Inter che però pareva molto tiepido, almeno fino a settimana scorsa. Ora, scrivono Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, Spalletti ha detto sì: resta solo da trovare un accordo con i nerazzurri (è ancora sotto contratto) e poi con il Milan sull’ingaggio. A quel punto verrà ufficializzato anche l’esonero di Giampaolo.

La decisione di cambiare rotta dopo appena sette giornate di campionato è anche il frutto di uno scontro interno alla società. Paolo Maldini, assente in tribuna nel secondo tempo di Marassi, e Zvonimir Boban sono i responsabili della scelta del tecnico abruzzese ex Samp. Infatti lo hanno difeso a oltranza, almeno a parole: “L’allenatore è una nostra scelta, condivisa, e la difenderemo sempre”. La linea però è stata evidentemente scavalcata, con lo zampino dell’amministratore delegato Ivan Gazidis e del direttore sportivo Massara. Il Milan ha raccolto appena 9 punti, è tredicesimo in classifica, ma anche distante 4 sole lunghezze dal quarto posto, l’obiettivo stagionale.

La stagione non è compromessa. Secondo la società, però, lo sarebbe stata con la permanenza di Giampaolo in panchina. Da qui la decisione di cambiare e sconfessare quella che finora era stata la linea, dall’inizio della nuova gestione Maldini-Boban. L’accusa al tecnico è di non aver dato una benché minima identità tattica e uno straccio di idea al suo Milan, pescando poco anche dai nuovi arrivi. Una situazione che nasce da un mercato che non è andato come nelle previsioni. Spalletti ha dimostrato, anche nei due anni all’Inter, di essere l’allenatore perfetto per portare una squadra fino ai piani alti della classifica. Il Milan punta su di lui per mettere una toppa ai problemi. Che però resteranno gli stessi.

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