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Cronaca

Ultimo aggiornamento: 21:28 del 25 Settembre 2019

Napoli, agguato in ospedale: le immagini degli spari e della fuga dei pazienti

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Casco in testa e pantaloni bianchi. Così, armato di pistola, un sicario la notte tra il 16 e il 17 maggio scorso è entrato nel cortile dell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli ed ha aperto il fuoco sulla folla. Ha sparato ad altezza uomo mentre i pazienti fuggivano. Un video, diffuso oggi dai Carabinieri di Napoli, ricostruito grazie alle telecamere del presidio e a quelle della videosorveglianza, riprende i momenti principali del fatto: l’arrivo dell’uomo a bordo di un motorino e poi il tentativo di nascondere la pistola su un balcone.

Proprio ieri, grazie alle indagini dell’Arma, è stato possibile arrestare i responsabili del gesto: si tratta Giuseppe Iaselli, di 19 anni, Vincenzo D’Avino, di 22 anni e Arturo Picco di 30 anni. Tutti sono accusati, a vario titolo, di tentato omicidio, lesioni personali gravi e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, con l’aggravante del metodo mafioso. Il provvedimento cautelare è stato emesso grazie a una intensa ed articolata attività di indagini, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I militari hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza per il ferimento di Vincenzo Rossi, avvenuto in piazza Matilde Serao sempre 17 maggio scorso, e per la successiva esplosione di colpi d’arma da fuoco all’interno dell’Ospedale Vecchio Pellegrini.

In particolare secondo le ricostruzioni, Iaselli ha “gambizzato” Rossi, con il quale era in sella allo stesso motorino, per poi fuggire nei vicoli dei Quartieri Spagnoli. D’Avino e Picco sono invece gli autori della sparatoria all’interno dell’ospedale partenopeo. Inquadrati dalle telecamere, i due si sono camuffati, hanno prelevato una pistola e reso illeggibile la targa del ciclomotore utilizzato per l’azione di fuoco. Dopo la sparatoria, tra le vie dello stesso quartiere, si sono liberati degli indumenti utilizzati e hanno occultato la pistola in un nascondiglio, il balcone visibile nel video, appunto. Le indagini hanno permesso poi di considerare gli eventi collegati a un sodalizio camorristico che gestisce il traffico di stupefacenti nei Quartieri Spagnoli.

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