Centinaia di lavoratori migranti continuano ad attendere invano le paghe dovute e i risarcimenti, nonostante il governo del Qatar avesse promesso di migliorare la loro situazione in vista dei mondiali di calcio del 2022, anche attraverso la creazione di comitati per la risoluzione delle controversie sul lavoro. Questa è, in estrema sintesi, la conclusione dell’ultimo rapporto di Amnesty International sullo sfruttamento dei lavoratori impiegati nella costruzione degli impianti e delle infrastrutture per Qatar 2022.

Dal marzo 2018, Amnesty International ha seguito i tentativi di ottenere giustizia di oltre 2000 lavoratori di Hamton International, Hamad bin Khaled bin Hamad (Hkh) e United Cleaning. Adducendo difficoltà finanziarie, le tre imprese dapprima non hanno versato le paghe per mesi e poi hanno chiuso rescindendo tutti i contratti. Allora, almeno 1620 di questi lavoratori si sono rivolti ai comitati per la risoluzione delle controversie sul lavoro, istituiti nel marzo 2018 nell’ambito di una serie di riforme che il governo del Qatar aveva promesso di attuare d’accordo con l’Organizzazione internazionale del lavoro.

Nessuno di quei lavoratori è riuscito a ottenere un risarcimento attraverso quel meccanismo. Alcuni si sono dovuti accontentare di una piccola parte delle somme dovute, negoziando direttamente coi datori di lavoro in cambio della rinuncia alla causa, la maggior parte è tornata a casa con niente in mano.

Bijoy, proveniente dall’India, ha atteso tre mesi solo per avere una data di convocazione. Nel frattempo, è dovuto tornare a casa ad assistere il padre ammalato e ricoverato in ospedale. Invece di recuperare i 13mila rial (circa 3370 euro) che gli doveva Hamton International, non ha avuto altra scelta che accettare dall’impresa mille rial (meno di 250 euro) e un biglietto aereo per l’India. Altre centinaia di ex lavoratori di Hamton International si sono trovati nella stessa condizione.

Nell’ottobre 2018 il governo del Qatar aveva annunciato pure l’istituzione di un Fondo di sostegno e assicurazione dei lavoratori per versare i risarcimenti. Quasi un anno dopo, nonostante il suo impellente bisogno, il fondo non è ancora finanziato e dunque non utilizzabile.

Dall’assegnazione dei mondiali di calcio del 2022 al Qatar sono passati ormai quasi nove anni. Al calcio d’inizio della partita inaugurale ne mancano poco più di tre. Tempo per mettere a posto le cose e far sì che quella competizione non venga ricordata per lo sfruttamento estremo della manodopera ne rimane, ma è poco.

I precedenti rapporti di Amnesty International sul Qatar sono disponibili qui, qui e qui.

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