Quando è nato era già sotto effetto di sostanze stupefacenti. E’ questa la sconcertante scoperta avvenuta in un ospedale di Padova dove è stato partorito qualche mese fa un bambino risultato positivo alle analisi tossicologiche. E’ così scattata una procedura di verifica dei dati di laboratorio e di controllo sui genitori. Avuta la conferma che si trattava proprio di una situazione di contaminazione da assunzione di sostanze stupefacenti è partita la segnalazione per il Tribunale dei Minorenni che si è attivato aprendo un fascicolo e ordinando l’affidamento del piccolo.

La storia è stata raccontata da un articolo del “Corriere del Veneto” ed è cominciata nel reparto neonatale dell’ospedale di Padova, anche se riguarda due genitori residenti nell’Alta Padovana. Quando il piccolo ha manifestato segni di intossicazione sono stati controllati entrambi i genitori che sarebbero risultati positivi alle droghe. La decisione di affidare il bimbo ai servizi sociali è stata presa dal Tribunale dei minorenni di Venezia. La dirigente Chiara Azzalin, dell’Unità operativa di riferimento del Distretto Alta Padovana dell’Ulss 6 Euganea, l’11 settembre ha firmato una “determinazione” che autorizza la procedura e computa il costo al bilancio sociale dell’Ulss6 Euganea di Padova e a quello del Comune di residenza del piccolo. E’ da quel documento che risulta la situazione ambientale profondamente compromessa.

Inanzitutto “la condizione del nucleo familiare è nota a seguito della segnalazione del Servizio Sociale del Presidio Ospedaliero di Padova (reparto di Assistenza Neonatale)”. E’ proprio questo riferimento a dimostrare come la presenza di droga nell’organismo sia stata accertata poco dopo la nascita. Infatti, “il minore, in tenera età, presentava sintomi compatibili con l’intossicazione da sostanze stupefacenti, successivamente confermata dalle analisi tossicologiche a cui si sono sottoposti entrambi i genitori”. Il provvedimento dell’Ulss6 spiega, successivamente, che “è emersa la necessità di proteggere il minore, esposto a concreto pregiudizio, verificata una situazione complessiva, personale e familiare di entrambi i genitori, caratterizzata da fragilità, precarietà abitativa, scarsa capacità educativa”. Inoltre va assicurato “un corretto accudimento” del neonato. Evidentemente ciò non era possibile nel luogo dove vivevano i genitori. Infatti, “è stata accertata allo stato attuale la mancanza di un sostegno familiare/amicale alternativi in grado di garantire la custodia del minore”.

La decisione del Tribunale dei Minorenni risale al 7 giugno scorso e prevede di affidare non solo il piccolo, ma anche la madre “se consenziente” a un ambiente protetto, una comunità per madri in difficoltà che si trova nell’Alto Vicentino. Per il momento la previsione copre un arco di tempo che va fino a metà dicembre. Siccome la retta giornaliera per il neonato è di 65 euro e per la madre di 55 euro, la spesa per il primo sarà sostenuta dal Comune di residenza (in base a quanto deciso dalla Conferenza dei sindaci dell’ex Ulss Alta Padovana) e per la madre dal Bilancio sociale dell’Ulss 6 Euganea.

Proprio a Padova ha fatto scalpore la vicenda di una bimba di 40 giorni, portata al pronto soccorso dai genitori per una ferita alla lingua, che era risultata positiva alla cocaina. Ma i genitori non lo erano. Eppure la piccola era stata tolta loro (nell’ipotesi che subisse maltrattamenti) e affidata ai servizi sociali. L’inchiesta penale li aveva poi scagionati completamente, accertando che si trattava di un caso di falsa positività alla droga. E così alcuni mesi fa la coppia si è rivolta a un legale per chiedere un risarcimento di 100 mila euro all’Azienda Ospedaliera di Padova.

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