di Andrea Taffi

Matteo Renzi lascia il Pd e fonda un nuovo partito. È un bene o un male per il Partito democratico e per il governo Conte 2? La sua, quella di Renzi, è stata una idiozia politica oppure la punta di diamante di una strategia da autentico genio della politica? C’è chi a queste domande risponde di sì, chi di no. Ma, ovviamente, nessuno può saperlo adesso.

Stando ai fatti, Nicola Zingaretti dovrebbe cominciare a fare il segretario del Pd senza lacci e lacciuoli interni, finalmente libero di articolate la sua politica di partito. Certo, non ha ancora il controllo dei gruppi parlamentari, quelli che Renzi, imponendo l’accordo governativo Pd-Movimento 5 stelle e scongiurando elezioni, si è preoccupato di tenere ben stretti a sé. E proprio questa sorta di tesoretto renziano dovrebbe garantire al governo giallo-rosso la tenuta fino alla fine della legislatura.

Eppure Matteo Renzi, adesso che ha il suo nuovo partito, se non se la sentirà di portare via il pallone (giusto per usare una metafora a lui cara) sarà più libero di fare le sue giocate e di orchestrare a tutto campo e a suo piacimento. Potrà, infatti, lavorare più o meno apertamente, in funzione di alleanze, anche quelle al momento improbabili e impensabili. Qualunque cosa si possa pensare di Renzi politico, di certo non si può dire che faccia (o abbia fatto) qualcosa senza pensarci bene, d’impulso o in preda a una qualche forma di delirio da onnipotenza.

Renzi, in questo momento, mi sembra un po’ come un campione di calcio un tempo osannato, ma poi caduto in disgrazia e messo in panchina, che preferisce lasciare la squadra importante e blasonata e decidere di giocare in una squadra minore, dove può garantirsi il ruolo di regista e di fantasista. E, alla testa di quella squadra, libero di fare le sue giocate, se è sicuro di non poter vincere il campionato, sa comunque di poter condizionare la classifica.

La sensazione (almeno la mia) è che Renzi, se andandosene dal Pd finisce per indebolire una delle forze del governo giallo-rosso, dall’altra lo faccia recapitando a Giuseppe Conte il suo solito messaggio: Giuseppe, stai sereno. Un messaggio che in altri momenti e in altre circostanze nascondeva delle sonore fregature (caso Letta docet), ma che questa volta (secondo me) non si concretizzerà alla stessa maniera, solo e soltanto perché Renzi utilizzerà tutto il tempo della durata di un governo che non intende certo far cadere per tessere la sua nuova tela di ragno. Una tela che, svincolata dal pur formale rispetto di parvenze di sinistra, può condurre lo stesso Renzi in qualsiasi lido.

Quanto al Pd, io credo che sia il caso di tirare un sospiro di sollievo: niente più Renzi, né renziani, un’occasione da parte di Zingaretti per ripartire e per dimostrare, dopo il trionfo delle primarie che lo hanno incoronato, di essere l’uomo giusto nel partito giusto.

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