Arquata del Tronto, poi Accumoli e infine Castelsantangelo sul Nera. La prima visita ufficiale del presidente del Consiglio, come capo del nuovo esecutivo M5s-Pd, come aveva promesso, è nelle zone colpite dal sisma del 2016. Con Giuseppe Conte, nel breve tour tra i paesi più colpiti, ci sono anche Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile e Piero Farabollini, commissario straordinario per la ricostruzione, succeduto a Paola De Micheli, attuale ministra dei Trasporti, lo scorso anno.

“Siamo qui per prospettare soluzioni concrete. Questa non è una passerella”, ha detto il premier al termine dell’incontro con i sindaci. “Dobbiamo intervenire nell’ottica che non bastano uno o due anni, per la ricostruzione occorreranno degli anni ma dobbiamo intervenire per superare alcune criticità”, ha proseguito parlando ai giornalisti. “Le domande per la ricostruzione privata, faccio un esempio, procedono molto lentamente, a volte perché si tratta di seconde case, molto spesso per una serie di procedure burocratiche e complesse – ha continuato – Dobbiamo però iniziare a dire che entro dicembre 2019 chi è interessato si deve affrettare. Paradossalmente la prospettiva di un’ulteriore proroga rallenta, noi dobbiamo definire il perimetro degli interventi. Lo dico chiaramente: non concederemo più proroghe, tutti devono essere messi nelle condizioni di avvantaggiarsi, perché non ci saranno più proroghe”. “Quello che emerge è che ci debba essere un modello organizzativo per la ricostruzione che valga una volta per tutte – ha aggiunto – Poi ci sono tanti problemi concreti che stiamo affrontando”.

La visita era attesa, soprattutto dai terremotati. “È la terza volta che il premier è qui. Ci aspettiamo cosa? Che ci ricostruiscano le case, che facciano qualcosa, che facciano un decreto apposta per noi. L’hanno fatto a Genova, potrebbero farlo anche per noi, non per Accumoli ma per tutto il cratere”, commenta Ida, una degli abitanti della città in provincia di Rieti. “Siamo sfiduciati, è stato fatto molto ma meno di quello che serviva – le fa eco Pietro – negli 11-12 mesi che ci sono voluti queste casette potevano farle meglio, potevano cercare un architetto per un progetto urbanistico, magari l’avrebbe fatto gratis”. Per lui, occupante come Ida di una delle Sae, “casa è casa e ci sono case storiche qui dove nemmeno sono iniziati i lavori di demolizione”. “Mi sento agli arresti domiciliari, qui quando piove che fai? Non c’è niente, puoi solo stare dentro casa 24 ore su 24”, confessa ancora un altro sfollato, Mario.

Arrivato ad Accumoli, Conte ha svolto, nella nuova sala polifunzionale del villaggio, un incontro con tutti i sindaci del cratere: Cascia, Arquata del Tronto, Posta, Borbona, Cittareale, Leonessa, Cittaducale, Antrodoco, Castel Sant’Angelo, Cantalice, Poggio Bustone, Amatrice e i comitati civici 3.36 di Amatrice, Radici accumulesi e Vico Badio di Accumoli. Presente anche l’assessore alle politiche per la ricostruzione della Regione Lazio, Claudio Di Berardino, ma anche il presidente di Lazio Innova, Paolo Orneli, e l’ingegnere speciale per la ricostruzione: Wanda D’Ercole.

Il premier si sposterà poi a Castelsantangelo sul Nera dove lo aspetta il governatore della Regione Marche, Luca Ceriscioli. “A bloccare il grosso della ricostruzione sono le norme, sbloccarle significherà mettere in moto i cantieri”, ha detto il presidente marchigiano, aspettando il premier. “Continuiamo a dare a tecnici e cittadini strumenti ordinari – ha spiegato – che nel nostro Paese sono già di per sé lunghi, dobbiamo invece dotarli di strumenti normativi adeguati alla situazione, altrimenti la ricostruzione procederà con questo ritmo”. “Il buongiorno si vede dal mattino – ha concluso Ceriscioli – e il fatto che il presidente del Consiglio, nei sui ultimi discorsi, ha più volte ripetuto che la ricostruzione post sisma è uno dei temi centrali dell’agenda di governo è un punto fondamentale”.

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