Prima il suo partito, poi il sostegno trasversale da diversi parlamentari, infine la telefonata del presidente del Consiglio. Teresa Bellanova incassa la solidarietà di tutto il mondo politico dopo gli attacchi via social sia per il look scelto per il giuramento al Quirinale, sia perché Bellanova, con un passato da bracciante e sindacalista, ha come titolo di studio la terza media. Anche Giuseppe Conte, nel corso della giornata, ha telefonata a Bellanova per esprimerle la propria vicinanza dopo gli insulti.

Tra questi anche quelli di Daniele Capezzone: “Carnevale? Halloween?”, ha twittato l’ex parlamentare, attirandosi a sua volta l’accusa di essere sessista. La stessa ministra dell’Agricoltura ha replicato alle offese con un post su twitter in cui scrive: “La vera eleganza è rispettare il proprio stato d’animo: io ieri mi sentivo entusiasta, blu elettrica e a balze e così mi sono presentata. Sincera come una donna”. Quanto alle polemiche per il titolo di studio della ministra è intervenuto il vicesegretario Andrea Orlando: “Orgoglioso del Pd che porta una ex bracciante al governo del Paese. Bellanova ha la terza media ma ha studiato all’università della lotta sociale. Ha spesso idee molto diverse dalle mie ma le ragioni per cui la state insultando sono quelle per cui la rispetto di più”.

In difesa della ministra anche Matteo Renzi, al quale Bellanova è politicamente vicina da anni. “Chi la insulta per il suo abito, per il suo fisico, per la sua storia di bracciante agricola divenuta sindacalista e poi ministro non è degno di una polemica pubblica – ha scritto su Facebook – È semplicemente un poveretto”. “Gente che polemizza così va solo compatita, nemmeno criticata. Voglio però fare un augurio – ha proseguito – a chi ironizza sulle caratteristiche fisiche (quasi sempre sulle donne, chissà perché): vi auguro di poter provare almeno una volta le emozioni di bellezza e stupore che le persone vivono quando ascoltano Teresa, la sua passione, la sua storia”.

Anche esponenti politici di altri partiti hanno difeso pubblicamente la neo-ministra. Per Mara Carfagna, Bellanova “ha dimostrato impegno e competenza fin dalla più giovane età. Combatterò i suoi provvedimenti quando mi troveranno in disaccordo, come la democrazia ci consente. Si vergogni chi la insulta per l’abito, l’aspetto e il titolo di studio”. Sempre da Forza Italia è arrivata la solidarietà dei dirigenti pugliesi Mauro D’Attis e Dario Damiani: “Non condividiamo, oggi come ieri, la sua posizione politica, ma troviamo disgustoso il fango e la cattiveria dei ‘leoni da tastiera’. Una democrazia che funziona è un sistema incardinato nel rispetto degli altri, a prescindere dalle divergenze ideologiche. Il ministro Bellanova lo conosciamo per la passione che ha messo nell’esercizio del ruolo di parlamentare e la criticheremo, se lo riterremo, per il merito della sua azione politica. Per il resto, le esprimiamo tutta la nostra sincera solidarietà”.

Mentre Laura Boldrini ricorda che “quelli che non hanno argomenti fanno così”. “Ti attaccano sul vestito, le scarpe, i capelli, il peso – scrive l’ex presidente della Camera – Si accaniscono sul corpo pensando di farti soffrire ma forse non hanno idea di che persona sei e quale sia la tua tempra”. Anche colleghi di governo, come il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, sono intervenuti in sua difesa: “Se ti attaccano per le tue origini, devi solo esserne fiera. Sono fascisti o padroni”. Carlo Calenda, di cui Bellanova è stata vice al Mise durante il governo Gentiloni, ha invece scritto su Twitter: “A chi paragona Di Maio a Teresa Bellanova. Teresa ha un curriculum impeccabile (curriculum non è solo/tanto titoli di studio) da sindacalista e al governo ha presidiato centinaia di crisi. Se vivessimo in un paese giusto farebbe il ministro del Lavoro. Di Maio neanche le scarpe le può allacciare”. Al fianco di Bellanova si schiera anche Susanna Camusso: “Si orgogliosa bracciante, con la scuola della lotta e dell’esperienza. Voi che attaccate abiti e corpo, ignorate la storia delle persone e del paese, avete solo una grande paura dell’autorevolezza e libertà delle donne. Un abbraccio”.

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