Non si ferma l’attività vulcanica dello Stromboli dopo la potente eruzione che ha scosso l’isola dell’arcipelago siciliano delle Eolie mercoledì scorso. Nella notte è stata registrata una nuova sequenza di esplosioni intorno alle 22.45 seguita poi da una colata lavica che, dal pendio ripido della Sciara del Fuoco, ha raggiunto all’alba la costa fino al mare, senza causare feriti o danni. Una pioggia di cenere e sabbia si è abbattuta invece sulle case del piccolo borgo di Ginostra, nella parte sud-occidentale dell’isola. Motivo per cui la protezione civile ha deciso di innalzare il livello di allerta per il vulcano da giallo ad arancione, attivando la fase operativa di “preallarme”, come previsto dal Piano nazionale di emergenza per l’isola. “Il nostro livello di attenzione è alto, non possiamo prevedere nulla per il futuro, neanche escludere possibili nuove esplosioni. Lo Stromboli è un vulcano in attività da millenni. Quella di questi giorni sembra essere una delle sue fasi più vivaci degli ultimi cento anni”, ha spiegato Eugenio Privitera, direttore dell’osservatore etneo dell’Ingv.

Nel frattempo, è stato istituito sull’isola un presidio dei vigili del fuoco con una sala operativa mobile attiva 24 ore su 24 e pronta a entrare in azione in caso di emergenze. Sotto controllo la situazione incendi sull’isola mentre continuano a vedersi colonne di fumo salire dai crateri. “Spenti gli incendi, permane il presidio sull’isola dei vigili del fuoco per supporto alla popolazione”, fanno sapere i vigili del fuoco su Twitter. Per precauzione il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, ha prorogato il divieto di sbarco a Stromboli e a Ginostra per tutte le imbarcazioni non di linea, fino alle 8 del 31 agosto. Per fare il punto sulla situazione si è riunita la Commissione nazionale Grandi Rischi, struttura di collegamento tra il servizio nazionale della protezione civile e la comunità scientifica.

Dopo le esplosioni, sui tetti e sulle strade di Ginostra – la minuscola frazione raggiungibile solo via mare – si è depositata una fitta coltre di cenere, sabbia e altro materiale piroplastico, come già avvenuto il giorno prima. La colata lavica alimentata dall’eruzione scende invece lungo la sciara del fuoco, il canale naturale sul versante occidentale del vulcano dal quale il fiume rovente raggiunge il mare senza provocare danni. Il chiarore provocato dal magma incandescente è visibile anche a distanza di diversi chilometri. “Abbiamo sentito distintamente un boato – dicono alcuni turisti che si trovano a Ginostra – e subito dopo è cominciata una fitta pioggia di cenere e sabbia che ha ricoperto tutto e dalla quale ci siamo protetti rifugiandoci nelle case”. In questo momento a Stromboli si trovano circa 3 mila turisti, in molti hanno infatti deciso di lasciare l’isola dopo l’esplosione di mercoledì. Poco meno di un centinaio sono invece gli ospiti a Ginostra. Anche questi ultimi eventi, secondo gli esperti, sarebbero da collegare alla forte esplosione che il 3 luglio scorso provocò la morte di un escursionista, Massimo Imbesi, 35 anni di Milazzo, che era insieme a un amico riuscito miracolosamente a scampare alla pioggia di pietrisco, lapilli e altro materiale lavico.

Il vulcano, tra i più attivi al mondo, è alto circa 900 metri e costituisce una delle attrattive turistiche dell’isola. Sulle sue pendici si organizzano trekking e passeggiate per ammirare i fenomeni vulcanici e tra i percorsi più suggestivi figura proprio quello che costeggia il tratto della Sciara del Fuoco.

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