Due giorni dopo aver proposto una coalizione Orsola per risolvere la crisi di governo, Romano Prodi è costretto a intervenire di nuovo nel dibattito politico. E lo fa per una precisazione: la sua proposta non prevede l’adesione delle destre. “Sta circolando, diffusa anche da importanti quotidiani nazionali, l’opinione secondo cui ‘Orsola‘, versione italiana del patto che è all’origine dell’elezione dell’attuale presidente della Commissione europea, proposto domenica scorsa da Romano Prodi, preveda anche l’adesione della destra”, spiega una nota dell’ufficio stampa dell’ex presidente del consiglio. Che tornerà a partecipare alla festa dell’Unità di Bologna dopo 11 anni di assenza.

“Con il solo obiettivo di portare un elemento di chiarezza – spiega il comunicato – in un momento così complesso, l’Ufficio stampa del Presidente Prodi precisa che la proposta del Presidente ha, come nel caso dell’accordo europeo, certamente l’obiettivo del reinserimento del Paese come membro attivo dell’Unione europea. Ma, trattandosi in questo caso di un patto per il governo italiano, nondimeno prevede ‘la riorganizzazione degli strumenti necessari per la ripresa economica e la messa in atto di una politica socialmente avanzata”. Quindi ecco che la nota del professore specifica quali dovrebbero essere le priorità del nuovo esecutivo. “Si tratta quindi, per il secondo punto, di riprendere una seria lotta all’evasione fiscale, di attivare politiche capaci di contrastare le disuguaglianze a partire dalla ridistribuzione del redditi, di rimettere al centro la difesa del welfare con particolare attenzione all’indebolimento dei diritti nel campo della Sanità e dell’Istruzione pubblica, come precisato nell’editoriale del Messaggero. Temi che non risulta siano stati finora cari alla destra. Anche per questo il patto si chiama Orsola e non Ursula”, specifica l’ex leader dell’Ulivo.

Nel suo editoriale sul Messaggero, Prodi proponeva un governo di legislatura Pd e M5s basato su un contratto simile a quello sul quale è fondato il governo tedesco, argomenta l’ex presidente del Consiglio. “Poiché le tensioni nel governo per ora in carica sono divenute ingestibili solo dopo la divisione fra Lega e 5 Stelle sul voto europeo chiaro che l’accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell’Italia come membro attivo dell’Unione europea“. Un inquadramento che richiede la costruzione di un forte significato simbolico, a partire dal nome dell’intera operazione: “Forse bisognerebbe battezzare questa necessaria coalizione filo europea ‘Orsola‘, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione europea”.

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