Un attacco alla richiesta di autonomia delle regioni del Nord cavalcata dalla Lega è venuto al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione nel corso della tavola rotonda sul tema “I giorni del Sud”. E pronta è venuta dal Veneto la risposta del governatore Luca Zaia, che da quasi due anni tenta inutilmente di acquisire le 23 competenze che ha chiesto al governo e al Parlamento dopo il referendum autonomista dell’ottobre 2017.

Alla tavola rotonda sono intervenuti Claudio De Vincenti, docente di Economia politica all’Università La Sapienza di Roma, Vito Grassi, presidente degli Industriali di Napoli, Paolo Lattanzio parlamentare dei 5 Stelle, Mario Mauro presidente del Centro Studi Meseuro per l’Europa del Mediterraneo, Fabio Rampelli vicepresidente della Camera, Luigi Traettino presidente di Confindustria Caserta, Sandro Bicocchi vicepresidente della Fondazione per la Sussidiarietà e Adriano Giannola, presidente di Svimez, associazione che studia i problemi dello sviluppo del Mezzogiorno.

È stato quest’ultimo ad attaccare in modo particolare il progetto autonomista della Lega e le richieste che vengono da tre regioni del nord, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. “Per fermare l’eutanasia del Paese – ha dichiarato – il Nord deve capire che solo recuperando il Sud e il suo mercato interno può recuperare esso stesso. Il Sud è il Mediterraneo, è la globalizzazione, è la logistica dei porti, è tutto quello che serve perché l’Italia sia un paese dignitoso. Certo, costa. Ma il Nord deve esserne cosciente e partecipe”. Ha invocato una “operazione verità, che ha silurato le pretese iniziali del disegno autonomista”. Ma ha messo in guardia sul “motivo accuratamente nascosto del fallimento del disegno autonomista, che fa prevedere una più virulenta ripresa, senza mediazioni, dopo l’eventuale vittoria elettorale della Lega”. Riferendosi in particolare a Veneto e Lombardia, ha aggiunto: “Torneranno alla carica, se vincenti, più aggressivi e più forti, con Salvini ancor più dipendente dai governatori”. Per questo “è fondamentale chiarire le idee al Nord che si deindustrializza e si meridionalizza, tanto più quanto più conta di riavere i suoi soldi – come dice Luca Zaia – e tanto più quanto più punta a instaurare un sovranismo regionale in quel che resta dell’Italia a cui corrisponde la prospettiva di una progressiva perdita di ruolo e una più forte subalternità nell’Unione Europea”. In modo tagliente ha concluso: “Chi dice che dobbiamo far crescere Milano, sottovaluta che il Nord da solo può ambire al massimo a fare il terzista di lusso alla Germania mentre il made in Italy si produce altrove. Se si va avanti così, il Nord ritornerà sui livelli economici pre-crisi nel 2025”.

Punto sul vivo, Zaia ha affidato la sua risposta a un lungo comunicato. “È ora di finirla con la bufala della secessione dei ricchi e dell’Italia di serie A e serie B. L’autonomia è responsabilità. Semmai irresponsabile è chi non la vuole. La proposta di autonomia, partita da tre Regioni, ma estendibile a tutte le altre che volessero raccogliere la sfida dell’efficienza, è la medicina per i mali del sud, non ne è la causa”. Il governatore ha aggiunto: “Ogni anno in questo paese ci sono 30 miliardi di sprechi, che non vanno a beneficio delle popolazioni del Sud, ma sempre nella direzione dei soliti noti. Tanti cittadini del Sud hanno capito. Il popolo del Sud ha una straordinaria opportunità, quella di poter controllare i suoi amministratori”. E rivolgendosi a studiosi ed economisti, ha detto: “Se tanti soloni avessero letto la nostra proposta, saprebbero con certezza che non c’è traccia di egoismo e che, al contrario, sono previste solidarietà e sussidiarietà. Chi non vuole l’autonomia vuole lasciare l’Italia e le sue Regioni nel medioevo. Autonomia significa invece attivare un nuovo rinascimento, puntare dritto alla modernità”. E al presidente Svimez ha replicato: “Caro Giannola non rivogliamo i nostro soldi, come lei superficialmente afferma, ma vogliamo che tutti abbiano ciò che a loro serve, gestito in maniera corretta, senza sprechi e ruberie. E quando afferma che ‘il Nord da solo può ambire a fare il terzista di lusso alla Germania’, rivolge una pesante offesa a migliaia e migliaia di imprenditori, alle nostre seicentomila partite Iva, che ogni giorno aprono le saracinesche delle loro aziende, e non convegni in giro per l’Italia”.

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