La processione è annullata perché i portatori dell’effige del Santo sono pregiudicati. Succede a Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria, precisamente nella frazione Acquaro. A deciderlo il parroco, don Giovanni Bruzzì che ha dovuto annullare il tradizionale corteo per la ricorrenza di San Rocco dopo alcuni accertamenti della polizia. Una gran parte, oltre il 90% secondo gli accertamenti, dei trenta portatori, infatti, aveva precedenti penali. Una situazione che violava le regole imposte dal vescovo di Oppido Palmi, Francesco Milito, e dal questore reggino, Maurizio Vallone.

La situazione non è nuova e porta a galla un problema irrisolto: le ingerenze della criminalità organizzata nei riti religiosi per il “prestigio” che ne deriva per il boss. L’obbligo di controllare i figuranti che partecipano alla processione è stato introdotto nel 2014, dopo un episodio simile avvenuto a Oppido Mamertina. In quell’occasione la statua della Madonna delle Grazie, con una deviazione non autorizzata del percorso stabilito per la processione, venne portata, in segno di omaggio, sotto l’abitazione di un boss della ‘ndrangheta, Giuseppe Mazzagatti. Un caso analogo era successo lo scorso anno a Zungri, nel vibonese. La processione venne interrotta dai carabinieri dopo che si accertò la presenza tra i portatori del boss Giuseppe Accorinti. Il corteo poté riprendere soltanto dopo l’allontanamento del boss.

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