Thomas è il nome del progetto finanziato dalla Commissione Europea per creare ambienti di lavoro in cui operano molti robot autonomi, mobili, capaci di collaborare, percepire l’ambiente che li circonda e, mediante il ragionamento, cooperare tra loro e con altre risorse di produzione, compresi gli esseri umani.

I ricercatori di Grecia, Francia, Germania, Spagna e Lussemburgo hanno tempo fino al 2020 per concretizzare un’idea che sarà indispensabile nel medio periodo: fare in modo che i robot collaborino. Si parte dall’assunto che nelle fabbriche e nei poli produttivi la presenza di bracci robotici e sistemi automatizzati di produzione sarà sempre più massiva. Il problema è che il personale umano collabora, i robot industriali sono piuttosto limitati nelle loro capacità, quindi non lo fanno.

Con il progetto Thomas, i ricercatori dovranno creare una sede produttiva dinamicamente riconfigurabile, utilizzando robot autonomi, mobili, a due bracci. Dovranno essere estremamente precisi e coerenti nel tempo come lo sono già quasi tutti i robot. In più però dovranno saper gestire eventi imprevisti, come l’introduzione nella linea produttiva di prodotti nuovi o modificati, mantenendo la stessa efficienza. È qui che si applicherà il concetto di dinamicità riconfigurabile: non dovranno ogni volta essere modificati o sostituiti. Sembra utopico, in realtà se si pensa alle Intelligenze Artificiali, alle reti neurali e all’apprendimento automatico si intuisce la strada che si può intraprendere per trovare la soluzione.

L’altro obiettivo riguarda la mobilità, una caratteristica fondamentale per i siti produttivi. È richiesto che i robot si possano muovere e che riescano autonomamente a farlo, usando i propri sensori e quelli degli altri robot per percepire l’ambiente circostante e muoversi senza fare danni. Questo permetterebbe loro, oltre tutto, di svolgere più operazioni. Se poi tutti questi robot sapessero regolare automaticamente il loro comportamento per condividere o riallocare le attività, si potrebbe ottenere un’efficienza altissima.

Ultimo anello della catena è la collaborazione tra uomo e robot: se questi ultimi avessero vere capacità cognitive potrebbero rilevare gli esseri umani presenti nello spazio di lavoro e comprendere le loro intenzioni. È un altro importante obiettivo del progetto Thomas.

Dove si potrebbero impiegare soluzioni così all’avanguardia? Nei settori automobilistico e aeronautico, ossia settori altamente redditizi.

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