A tre settimane dal fischio d’inizio Juventus-Napoli ha già scatenato la prima polemica stagionale. Il club bianconero ha deciso il divieto di vendita dei biglietti ai nati in Campania per il big match in programma all’Allianz Stadium il 31 agosto. La comunicazione della Juve, quindi, lascia intendere che non saranno solo i residenti – come accade di norma – a non poter accedere ma, appunto, chiunque sia nato nelle province di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Divieto che varrà per tutto lo stadio, escluso ovviamente il settore ospiti, che però rischia di restare chiuso per motivi di ordine pubblico. Significa che Maurizio Sarri, nato a Napoli, se non fosse l’allenatore della Juventus non potrebbe assistere alla partita in tribuna.

Normalmente è l’Osservatorio del Viminale sulle manifestazioni sportive a decidere le modalità per la vendita dei biglietti, applicando criteri più restrittivi a seconda di quanto la partita sia ritenuta a rischio dal punto di vista dell’ordine pubblico. Può essere vietata del tutto la presenza della tifoseria ospite, oppure concessa solo tramite possesso della tessera del tifoso, oppure ancora può essere prevista la possibilità di entrare esclusivamente nel settore ospiti, come deciso per esempio per Fiorentina-Napoli, prima gara di campionato.

In questo caso però, la Juventus ha precisato di aver definito le modalità di vendita dei biglietti autonomamente, “in attesa delle determinazione dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive”. La società bianconera ha ritenuto valide le modalità già “applicate in occasione della gara della scorsa stagione“. Sul sito della Juventus però compare ancora il comunicato sulle modalità di vendita libera per la partita del 29 settembre 2018 (qui il comunicato) in cui è specificato che i residenti in Campania – non i nati – non potranno acquistare i biglietti.

In una nota, la questura di Torino ha precisato di non avere “mai concordato tale decisione con la società sportiva né intende condividerla”. Pronta è arrivata la replica della società, che sul proprio sito ufficiale sostiene che le modalità di vendita “sono state comunicate, tramite posta elettronica certificata, agli uffici competenti in data 4 agosto alle ore 16″, mostrando appunto il documento inviato. Le modalità di vendita dei tagliandi, sottolineano i campioni d’Italia, “potrebbero subire variazioni, anche sostanziali, solamente a seguito delle determinazioni dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che non si è ancora riunito”.

I criteri sono gli stessi di quelli applicati la scorsa stagione, ma la decisione arbitraria del club bianconero ha scatenato la polemica. “È molto grave che una società sportiva selezioni il pubblico pagante sulla scorta di un fattore arbitrario legato al luogo di nascita”, dichiara la delegata all’Autonomia della Città di Napoli, Flavia Sorrentino. “Il comunicato diramato dalla Questura di Torino in cui si afferma che la scelta non è stata né concordata né condivisa – spiega Sorrentino – è un ulteriore elemento che fa riflettere sulle motivazioni che sono alla base di tale decisione. Essere nati a Napoli, essere cittadini campani non è un marchio di disonore né un elemento per cui prendere provvedimenti restrittivi. A meno che non si voglia sdoganare definitivamente o dare liceità ad un messaggio razzista che ha l’intento di colpire i meridionali che vivono e lavorano a Torino. Porremo questo ed episodi analoghi – conclude la Sorrentino – all’attenzione dell’Osservatorio Difendi la Città, il cui bando di selezione per i componenti e pubblico è ancora aperto”.

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Juventus-Napoli, tolto il divieto che impediva la vendita dei biglietti ai nati in Campania. Confermata la restrizione per i residenti

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