La minaccia leghista, già anticipata da Matteo Salvini alla vigilia del voto sulle mozioni Tav, viene scandita durante l’intervento di Massimiliano Romeo, rivolto al M5s: “Se fate parte del governo e il presidente del Consiglio ha detto sì dovete essere a favore del Tav, non ci sono alternative”. E ancora: “Si pone sul tavolo una questione politica chiara e evidente: chi vota no alla Tav si prenderà la responsabilità politica delle scelte che seguiranno nei prossimi giorni e mesi”.

Che sia un ultimatum, o ancora l’ennesimo penultimatum leghista all’esecutivo Conte (assente dall’Aula, ndr) non è ancora chiaro. Ma tanto è bastato alle forze d’opposizione, Pd in primis e Forza Italia (che pure hanno evitato che la mozione M5s noTav passasse e che la frattura emergesse anche nel voto, ndr) per gridare alla fine dell’esecutivo: “Basta, la maggioranza non c’è più, prendetene atto. Conte vada al Colle“, è stato l’attacco del capogruppo Pd, Andrea Marcucci. A provare a difendersi, al di là della debacle sul Tav e delle minacce leghiste, è stato il M5s, con il capogruppo Stefano Patuanelli: “Non siamo un premierato, il dibattito politico si fa in Parlamento”. Per poi rivolgersi alla Lega: “Lasciamo che sia il Pd a regalare soldi a Macron”. Ma non solo: il capogruppo pentastellato ha pure citato Matteo Renzi: “’È un’opera inutile, sono soldi spesi male. Renzi, 2013”. Noi non abbiamo cambiato idea, e per questo voteremo no” alla Torino-Lione”, ha rivendicato, tra gli applausi dei colleghi pentastellati e le urla delle opposizioni. Tutto mentre il pentastellato Nicola Morra regalava una cravatta NoTav allo stesso ex segretario Pd.

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