Un osservatorio sul regionalismo differenziato all’Università Federico II che abbia “un ruolo cruciale per seguire tutto l’iter dell’autonomia“. Il vicepremier Luigi Di Maio a Napoli presenta il progetto autonomo con cui le università del Sud vogliono “monitorare tutto il percorso” di una riforma che “credo si debba fare nella misura in cui non danneggi le regioni del Sud“. Per questo motivo, spiega il capo politico M5s, ” stiamo scrivendo un nuovo testo con un criterio di riparto delle risorse che vede al centro tutta l’Italia”. Affermazioni che riaccendono le tensioni tra i Cinquestelle e la Lega, con il governatore del Veneto Luca Zaia che replica: “Sta diventando anche penoso continuare a sentirlo. Pensare ancora una volta che sia contro il Sud vuol dire non aver capito nulla“. Mentre la ministra per gli Affari regionali, Erika Stefani, avverte: “Dopo un anno di discussioni mi auguro che nessuno voglia rimangiarsi slealmente la parola e l’impegno, di cui il presidente Conte è garante”.

Ad alimentare il nuovo botta e risposta l’insofferenza che filtra dagli ambienti leghisti, con fonti del Carroccio che alle agenzie di stampa lamentano “anche oggi altri no dai 5Stelle: no alla Tav, no all’autonomia, no a una seria riforma della giustizia, no al taglio delle tasse. L’Italia per crescere ha bisogno di Sì, non di No”. Subito arriva la risposta dei Cinquestelle, affidata sempre a fonti interne: “Sentiamo che dovremmo dire sì. Ma sì a cosa? Non c’è una sola proposta della Lega in Parlamento, mentre da due mesi stanno bloccando il Paese mettendosi di traverso ad almeno 10 leggi del M5s: conflitto di interessi, salario minimo, acqua pubblica, “salvamare”, legge sui sindacati militari, taglio degli stipendi parlamentari e molte altre. La Flat tax, invece, è diventata un mistero. Sulla Tav si sono acchitati un regalo a Macron con il Pd, ne risponderanno davanti ai cittadini”.

Di Maio, ospite all’Università Federico II di Napoli, spiega che “per non danneggiare le regioni del Sud abbiamo l’occasione storica di fare un’autonomia che ci permetta di stabilire insieme i livelli essenziali di prestazioni, il fondo di perequazione e un investimento straordinario per il Sud”.  “Perché oggi – aggiunge – per come era progettata questa autonomia andava a discapito non solo delle regioni del Sud ma anche del Centro. Noi invece stiamo scrivendo un nuovo testo con un criterio di riparto delle risorse che vede al centro tutta l’Italia”, afferma il vicepremier. “Siamo stati molto bravi a togliere l’assunzione su base regionale degli insegnanti perché non ha senso che un bambino che si iscrive a scuola in una regione ha più docenti, se si iscrive in un’altra ha docenti in meno e meno pagati”, prosegue il vicepremier. Che poi rivendica l’iniziativa presentata oggi: “Grazie alle Università del Sud c’è la possibilità di monitorare tutto il percorso perché dopo aver raggiunto l’intesa dovremo portarla in Parlamento, ci sarà l’accordo con le Regioni e avremo il sostegno del mondo accademico nel seguire questo percorso”.

“Spero che il vicepremier Di Maio non voglia screditare addirittura il comitato scientifico di illustri accademici che sinora ha lavorato per il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna per il progetto”, replica da Vicenza il governatore leghista Zaia. Per il presidente del Veneto, “se questo Governo decide di non fare questo progetto, arriverà qualcuno e lo farà“. “Vedrete che questo percorso già iniziato di autonomia troverà la sua soluzione, spero la trovi con questo Governo altrimenti sarebbe un fallimento totale – conclude Zaia – Ormai abbiamo in mano studi, relazioni e dati: i napoletani se vogliono studiare l’Autonomia, facciano un tavolo anche loro, tanti i risultati li sappiamo tutti“.

“Non capisco di quale nuovo testo sulle autonomie parli il capo del M5s e mi chiedo dove fosse alle ultime riunioni quando ha avuto l’occasione di discutere l’idea di questo osservatorio di cui io sento parlare oggi per la prima volta“, commenta invece la ministra leghista Stefani. “Sembra che qualcuno abbia deciso di proteggere una certa cattiva politica deleteria per il Sud”, aggiunge. “Sarebbe interessante – prosegue la sua nota – sentire qualche proposta di merito dai compagni di viaggio di governo che possa creare crescita al Paese da Nord a Sud. Ciò che fa bene all’Italia deve essere portato avanti che i Cinquestelle vogliano o meno”, afferma Stefani, che infine invita ad “assicurare finalmente a tutto il Paese un vero sviluppo“.

“Non comprendo l’appunto mosso a Di Maio dalla collega Stefani, forse è stata fatta confusione: non mi pare infatti che nessuno abbia parlato di nuovo testo, bensì un approfondimento e una revisione avviata dal governo nei tavoli svolti negli ultimi giorni. Anzi, la bozza iniziale è stata migliorata e ciò è un fatto positivo”, precisa la ministra per il Sud del M5s, Barbara Lezzi, interpellata dall’Ansa. “L’Osservatorio dell’autonomia? Non ha nulla a che fare con il Cinquestelle o con il governo, sì tratta di una libera, legittima iniziativa della società civile e degli atenei universitari”, aggiunge. Sulla stessa linea la nota del senatore M5s Vincenzo Presutto, vicepresidente della Commissione bicamerale sul federalismo fiscale: “La ministra Stefani non si agiti, il M5s intende solo migliorare le bozze sin qui circolate, visto che richieste di correzione sono arrivate da Corte dei conti, Ragioneria, Upb e Dipartimento affari giuridici di palazzo Chigi”.

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