Dopo diversi rinvii della discussione sul testo contro l’omotransfobia, continuano le difficoltà della legge anti-discriminazioni dell’Emilia-Romagna: nella mattina di giovedì il centrodestra ha presentato 1.500 emendamenti che terranno il consiglio regionale impegnato a oltranza. I consiglieri di Fratelli d’Italia hanno intenzione di riproporre gli stessi emendamenti sulla maternità surrogata presentati in aula dall’ala cattolica del Partito Democratico in primavera, che avevano causato forti divisioni interne ai dem. Ma il Pd sembra convinto ad andare avanti: già ieri, quando la legge è arrivata in Aula, il capogruppo Stefano Caliandro aveva chiesto di andare avanti ad oltranza fino all’approvazione. Oggi il segretario regionale dem Paolo Calvano ha aggiunto: “Questo ostruzionismo non ci impedirà di approvare la legge, ma ci impedisce di affrontare altri temi importanti come la commissione d’inchiesta su Bibbiano e il progetto di legge sul microcredito alle famiglie”.

“Questi 1.500 emendamenti non stanno dentro la discussione sulla legge – ha aggiunto Calvano – ma dentro una strategia tutta strumentale e ideologica che non prende atto del fatto che la maggioranza ha deciso di votare. Probabilmente non c’erano queste condizioni qualche mese fa, ma c’è stato un lavoro dentro il Pd e la maggioranza e oggi ci sono”. Ma, mette in chiaro Giancarlo Tagliaferri di FdI, quella del centrodestra “non è una battaglia strumentale, ma vuole combattere un’ideologia e una visione del mondo che discrimina chi pensa diversamente. Non vogliamo discriminare nessuno ma neanche far discriminare le famiglie italiane”.

La legge per contrastare la violenza contro le persone gay, trans, lesbiche, bisessuali, queer, intersessuali ha un percorso travagliato, che mette in evidenza le difficoltà e le divisioni sul tema, non solo nel centrodestra. Il dibattito sulla legge si era arenato per la prima volta in commissione Parità della Regione il 10 aprile a causa di un emendamento presentato dall’ala cattolica del Pd contro la maternità surrogata che aveva spaccato il gruppo dei democratici e la maggioranza e aveva fatto infuriare la comunità Lgbti. Nella proposta di modifica firmata da alcuni consiglieri del Pd e da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Movimento nazionale per la sovranità, si chiedeva di aggiungere un articolo per “prevenire e sostenere il contrasto di ogni forma di sfruttamento della donna e violazione della dignità della persona, con particolare riferimento a violenza sessuale, abuso di minori e sfruttamento della prostituzione, stalking e surrogazione di maternità”. Un secondo rinvio c’era stato il 9 luglio, quando lo stesso Partito Democratico aveva chiesto e ottenuto di posticipare la discussione per “approfondimenti”.

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