Se nel pomeriggio la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo dovrà prendere una decisione sulla Sea Watch, decidendo se siano necessarie “misure provvisorie” che sospendano la direttiva firmata da Salvini, Toninelli e Tria che vieta l’entrata dell’imbarcazione nelle acque territoriali italiane, lo stesso Matteo Salvini rivendica di non voler prendere in considerazione l’esito della sentenza, al di là del verdetto e delle richieste d’aiuto partite dalla nave (“Non ce la facciamo più, è come essere in prigione”, hanno spiegato alcuni naufraghi a bordo).
“Nel pomeriggio aspettiamo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul ricorso della Sea Watch, ma qualunque sarà la decisione di Strasburgo, la nostra linea non cambia. È una nave olandese di una ong tedesca, il problema lo risolvano Berlino e Amsterdam”, ha rivendicato  il vicepremier e ministro dell’Interno nel corso di una conferenza stampa al Viminale. Salvini non intende quindi aprire al possibile sbarco dei 42 migranti che da 13 giorni si trovano a bordo della nave, dopo il salvataggio effettuato dall’equipaggio della ong tedesca al largo delle coste libiche, il 12 giugno. E di fronte alle parole del capitano della Sea Watch 3, Carola Rackete, che intervistata da Repubblica ha dichiarato che, qualunque sia la decisione della Cedu, entrerà “nelle acque italiane e li porto in salvo a Lampedusa“, Salvini taglia corto: “Possono stare lì fino a Natale e Capodanno”. E ancora: “Forza blocco? Il decreto Sicurezza bis prevede il sequestro del mezzo e una multa fino a cinquantamila euro: se uno vuole passere col semaforo rosso sa di voler fare un illecito e ne risponderà”.
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