Mi sono commosso“. Così, ai microfoni di Radio24, Nando Dalla Chiesa, professore di Sociologia della criminalità organizzata all’Università degli Studi di Milano, commenta una delle tracce della prova di maturità, incentrata sulla figura del padre, il Prefetto Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso da Cosa nostra assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente Domenico Russo.


Nando Dalla Chiesa aggiunge: “E’ del tutto inusuale che una vittima di mafia venga ricordata in un tema e a distanza di tanto tempo. Poi perché la difesa della memoria di mio padre è stata una cosa molto lunga, dura, faticosa, perché ha subito tanti attacchi. So che c’è sempre stato un largo sentimento popolare di riconoscenza, però vederlo emergere così in un tema della maturità e sapere che a Palermo è una delle tracce più scelte, mi commuove. Andando nelle scuole – continua – ho fatto esperienza e ho constatato come gli studenti non sappiano nulla, ma non per colpa loro. Alcuni insegnanti e alcune scuole sono sensibili. Ci sono associazioni come Libera, che cercano continuamente di ricostruire le memorie, e ci sono luoghi invece in cui queste esperienze non si sono consolidate”.

E conclude: “E’ importante che i ragazzi conoscano questo pezzo di storia, perché è un pezzo di storia importante, anche se di mafia nei libri di storia non si parla praticamente mai. E poi perché così capiscono che non è vero che questo Paese non dà più esempi. Questo Paese li ha dati e li dà. Dovrebbero essere considerati per il loro carico di umanità, di fatica, di generosità, perché chi è caduto è caduto per gli altri“.

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