I minibot non sono anticamera della uscita né dalla Ue, né dall’euro. Sono semplicemente il tentativo di risolvere un problema, e cioè il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione che non abbiamo creato noi. E su cui siamo disposti a discutere. Io infatti ho dichiarato che i minibot non sono la Bibbia“. Sono le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, intervistato dal giornalista David Parenzo al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria, a Rapallo.

Il politico leghista esprime una stoccata ai media: “Se io faccio una dichiarazione sui minibot e mi ritrovo a leggere sui giornali e su tutti i siti un pensiero che non è mio, mi pongo un problema. Gli imprenditori hanno paragonato i minibot ai soldi del Monopoli? Quando ero ragazzo giocavo ogni tanto al Monopoli, ne ho studiato le regole e so benissimo che si gioca minimo in due. Se tu dai fiducia alla mia moneta, allora la prendi e le dai un valore. Non è che io mi invento che una moneta abbia un valore, senza che nessuno la riconosca. E’ evidente che si tratta di proposte che devono essere condivise. Non si tratta di ipotesi imprudente, ma da discutere, fa parte del nostro programma“.

E aggiunge polemicamente: “Non mi riferisco certamente a Draghi, però so come sono fatti i mercati. Se c’è qualcuno che ha interesse a enfatizzare e a far scendere o a far salire lo spread in base a dichiarazioni più o meno maldestramente rilasciate, è evidente che bisogna parlare molto meno. Io sono uno che parla pochissimo e rimpiango proprio il fatto di parlare pochissimo. Non dovrei parlare mai, perché anche quando uno parla pochissimo, viene interpretato a discrezione di chi lo intervista”.

Battuta finale sul leader della Lega: “Passerà certamente anche questa tendenza sovranista. Ma funzionano così i cicli politici. Magari passerà tra sei anni o tra sei mesi, visto che i cicli son diventati sempre più brevi. Anche le leadership hanno tempi brevi, lo sanno tutti. Credo che Salvini, memore dell’esperienza del recente passato, dovrà riaggiornare la rotta. Ma mi sembra di capire che lo stia già facendo. In realtà, quello che mi preoccupa è che un esecutivo, per poter governare una situazione così complessa, deve avere delle idee, una coesione, un sostegno forti“.

“E c’è tutto questo nel governo?”, chiede Parenzo.

“No – risponde Giorgetti – Purtroppo non è un fatto nuovo, ma è una caratteristica consolidata della politica italiana. Non è che si può sopravvivere soltanto perché i parlamentari della maggioranza e dell’opposizione hanno paura di andare a casa. Su queste basi non si costruiscono dei governi in grado di dare risposte al Paese. Lo dico perché ovviamente la nuova ripartenza deve essere costruita su fondamenta solide e non sulla paura. E le condizioni perché questo governo duri si stanno verificando: si stanno incontrando tutti, finalmente si parlando”.

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