“L’abuso delle religiose è un problema serio. E non solo l’abuso sessuale, anche l’abuso di potere, l’abuso di coscienza. Dobbiamo lottare contro questo”. Papa Francesco è tornato sulla questione delle violenze nei confronti della componente ecclesiastica femminile e lo ha fatto in occasione dell’udienza plenaria dell’Unione internazionale delle superiore generali. Tre mesi fa aveva rotto il tabù, ammettendo l’esistenza del problema e prospettando l’ipotesi di scioglimento di alcune congregazioni. “Io sono cosciente, anche qui a Roma”, ha aggiunto il Pontefice, “sono cosciente dei problemi, delle informazioni che vengono”.

Il Pontefice ha anche iniziato a parlare dei limiti nei compiti delle religiose: “Per favore: servizio sì, servitù no. Tu non ti sei fatta religiosa per diventare la domestica di un chierico, no. Ma su questo aiutiamoci mutuamente: noi possiamo dire di no, ma se la superiora dice sì… No, tutti insieme: servitù no”. E ha aggiunto: “Se vuoi fare la domestica fai come fanno le suore dell’Ascension, che fanno le infermiere e le domestiche nelle case degli ammalati”.

Negli ultimi mesi, come riportato da il Fatto Quotidiano, si è cominciato a parlare di denunce di abusi da parte di suore. Non ultimo il caso di Doris Wagner, la religiosa che ha raccontato di essere stata violenta dal sacerdote Hermann Geissler nel 2009 e adesso lotta per la parità di genere all’interno della chiesa. Un problema che, ha detto Francesco, “non si risolve da un giorno all’altro: è iniziato un processo. Perché è una cosa che da venti anni ad adesso noi non avevamo coscienza e stiamo prendendo coscienza, con tanta vergogna, ma benedetta vergogna, perché la vergogna è una grazia di Dio”.

Bergoglio ha quindi affrontato con cautela il tema del diaconato femminile e dei ministeri nella Chiesa alle donne. Le suore superiori avevano chiesto al Pontefice di istituire una commissione ad hoc per studiare la questione. “Quando mi avete suggerito di fare la commissione – ha risposto Francesco – ho detto di sì, ed ha lavorato bene. Uomini e donne sono arrivati ad un certo punto, poi ognuno aveva la propria idea”. Il Papa ha spiegato che originariamente, soprattutto in Siria, c’erano forme di diaconato femminile. Donne che aiutavano nei battesimi, nei casi di scioglimento di matrimonio, ma ha chiarito che “la forma di ordinazione non era una formula sacramentale. Il risultato della commissione non è un granché, ma è un passo avanti“.

Quindi ha detto: “Cercate di andare avanti nella domanda. Quale è il lavoro della donna consacrata nella Chiesa?”. Il Pontefice ha avvertito: “Non sbagliate pensando che sia solo un lavoro funzionale. No, importante è andare oltre le funzioni e ancora non è stata maturata” la questione “non abbiamo capito bene. La Chiesa è donna. Qualcuno dice: ‘sì, ma questa è una immagine’. No, è la realtà, nella Bibbia è la sposa di Gesù. Su questa teologia della donna dobbiamo andare avanti. La Chiesa si sviluppa nel cammino, nella fedeltà alla rivelazione. E’ vero che la rivelazione si sviluppa col tempo e noi col tempo capiamo meglio la fede”. Del resto, annota il Papa, “il modo di capire la fede oggi dopo il Vaticano II è diverso perché c’è stato uno sviluppo della coscienza”.

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