Centinaia di alunni disabili costretti a stare a casa da scuola e non per scelta loro. Lo stop ai servizi di assistenza, accompagnamento e sostegno in classe è stato comunicato dal Comune di Catania il 6 maggio e reso operativo 24 ore dopo. Sono circa 400 gli studenti con disabilità motorie, cognitive, sensoriali delle scuole elementari e medie coinvolti dalla sospensione. Non è la prima volta che nella città viene leso il diritto allo studio. Prestazioni analoghe erano state già interrotte dopo le festività di Natale ma lo stop aveva coinvolto gli istituti superiori del secondo comune più grande per numero di abitanti della Sicilia. Rispetto a qualche mese fa, però, adesso un’associazione di famiglie con figli disabili ha deciso di denunciare il Comune finito in dissesto lo scorso dicembre per interruzione di pubblico servizio. “Abbiamo deciso di presentare denuncia per il reato di cui all’art. 340 C.P., perché riteniamo che non si possa sospendere improvvisamente un servizio delicatissimo, fondamentale ed essenziale per gli alunni con disabilità, come quello dell’assistenza all’autonomia e comunicazione”, spiega al Fattoquotidiano.it il presidente dell’associazione XX Novembre 1989 Maurizio Benincasa che ha fatto la denuncia. Gli assistenti all’autonomia e comunicazione lavorano con un rapporto di 1/1 con gli alunni, come ad esempio gli operatori della lis per i bimbi sordi, o del braille per i ciechi, o quelli specializzati per le disabilità cognitive, sono una risorsa insostituibile nella scuola per gli studenti con disabilità grave.

I GENITORI DEGLI ALUNNI DISABILI CHIEDONO LE DIMISSIONI DELL’ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI – Oltre a denunciare il comune, l’associazione ha chiesto anche le dimissioni per l’assessore comunale ai Servizi Sociali e Politiche per la famiglia Giuseppe Lombardo, “dimissioni che aveva annunciato lui stesso nel caso in cui non fosse riuscito a garantire i servizi e lo aveva fatto immediatamente dopo le nostre manifestazioni in piazza il 1 e 2 aprile, quando ci aveva assicurato davanti ad una delegazione composta da una decina di persone la continuità del servizio fino al 31 maggio. Le promesse sono rimaste solo parole e i fatti impongono una realtà ben diversa, ora ci sentiamo presi in giro. Chiediamo al Comune una cosa semplice, che ripristini le prestazioni perché le famiglie sono esasperate e gli alunni disabili devono ritornare in classe e terminare l’anno scolastico insieme ai loro compagni”, sostiene Benincasa. Come in passato, anche oggi la decisione dell’amministrazione comunale di tagliare le prestazioni sociali viene giustificata con il problema della mancanza delle coperture finanziarie necessarie.

Oltre a sospendere l’assistenza in classe per gli alunni disabili di elementari e medie, il Comune ha stabilito anche lo stop per i servizi negli istituti di ricovero per anziani, nelle comunità dei disabili mentali, per il trasporto dei disabili e per l’assistenza domiciliare. “Abbiamo avuto una tabella di marcia nei pagamenti per questi servizi che è encomiabile rispetto alla situazione di dissesto in cui ci troviamo. Questo grazie anche alla disponibilità e all’attenzione del sindaco. Si tratta di servizi indispensabili e garantiti dalla legge e non si può far ricadere sui cittadini e sulle fasce deboli il dissesto e le sue conseguenze”, ha risposto l’assessore Giuseppe Lombardo a Catania Today. Contattato telefonicamente più volte dal Fattoquotidiano.it per sapere quali saranno le scelte concrete e tempestive per risolvere il problema in questione l’ufficio comunale dei Servizi Sociali e le Politiche per la famiglia non ha risposto.

LE TESTIMONIANZE DELLE MADRI DEGLI STUDENTI CON DISABILITA’ Manuela Macca è la mamma di Giuseppe, ragazzo con disabilità che frequenta la classe V B della scuola IC Statale Tomasi di Lampedusa. Come genitore coinvolto è preoccupata per la sospensione dei servizi perché “crea un grosso disagio a mio figlio in quanto viene meno la figura di riferimento essenziale per la sua inclusione scolastica e l’interazione sociale in classe”. Manuela era presente in piazza il 1 aprile, insieme al presidente della XX Novembre 1989, come uno dei 10 membri scelti per la delegazione di protesta per la precedente interruzione del servizio igienico sanitario. “In quell’occasione siamo stati reinvitati il giorno seguente e ci fu garantito dall’assessore Lombardo la continuità di tutti i servizi degli alunni con disabilità almeno fino a fine maggio. Quindi oggi – aggiunge Manuela – con una nuova sospensione non rispettano la promessa fatta, calpestando la dignità dei nostri figli”. La sensazione di amarezza è percepita anche da Gabriella Sanfilippo, madre di Adriana, ragazza con autismo grave che va in terza media. “I nostri ragazzi si trovano senza alcuna figura di sostegno, in un periodo come questo di chiusura anno scolastico in cui si fanno anche diverse visite d’istruzione. Lo stop ai servizi di assistenza fa sì che vengono fortemente penalizzati non potendo partecipare alle gite, precludendo loro la possibilità di condividere un’esperienza formativa così importante”.

Secondo Gabriella “il Comune non può sospendere su due piedi tale servizio obbligatorio previsto dalla legge italiana. Vista la situazione drammatica in cui versa l’amministrazione comunale, piuttosto, dovrebbe avere un supporto economico da parte del governo nazionale ma, di certo, non può risparmiare risorse tagliando le prestazioni fondamentali ai più deboli”. Mihaela Stefan, madre di Giulia Caruso Timeea, che frequenta la seconda media all’istituto Tomasi di Lampedusa, sottolinea che “non stiamo parlando di privilegi per i nostri figli disabili ma è ciò che fa la differenza fra stare a casa a guardare i muri e vivere una vita in solitudine rispetto ad essere accolti, coinvolti, stimolati e tutelati. Dopo un percorso duro di lavoro e sacrifici, hanno deciso di non permettere nei fatti a mia figlia di frequentare la scuola. Adesso i notevoli risultati raggiunti rischiano di essere persi e doverli riconquistare di nuovo è molto complesso”. Anche Mihaela era presente quando venne promesso alla delegazione di genitori che le prestazioni agli alunni disabili sarebbero state garantite almeno fino al 31 maggio. “A inizio aprile ci è stato assicurato dall’assessore Lombardo che il servizio sarebbe continuato fino alla fine dell’anno scolastico, con la promessa che urge trovare soluzioni sostenibili in modo tale che la stessa situazione non si ripresenti poi a settembre. Oggi – termina Mihaela – mia figlia è costretta a rimanere a casa”.

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