Dopo aver bocciato la proposta del premier ungherese Viktor Orban di un’alleanza tra il Ppe e i sovranisti capeggiati da Matteo Salvini, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz chiede maggior rigore nei confronti dei Paesi “irresponsabili” nelle politiche sul debito. Come l’Italia. “Ci sono troppe poche sanzioni nella Ue, ad esempio contro chi sfora le regole del debito o lascia passare i migranti irregolari da uno Stato all’altro”, dice Kurz in un colloquio con La Stampa. “Ci libereremo dalla crisi solo se esisteranno sanzioni chiare verso i membri che creano indebitamento. Tutti dobbiamo lavorare per ridurre il nostro rapporto deficit/Pil e rispettare le regole del Patto di stabilità”.

Poi l’avviso a Roma: regole ferree aiuteranno ad “impedire che l’Italia, ad esempio, finisca per diventare una seconda Grecia attraverso una politica del debito irresponsabile. Questo aspetto deve essere disciplinato in un nuovo trattato Ue”, solo così “potremo evitare che l’Italia metta in pericolo l’intera zona euro“.
Quanto alla questione migranti Kurz afferma che “chi parte illegalmente non deve poter arrivare nell’Europa centrale, ma deve essere soccorso, fermato e rimandato alle frontiere esterne“.

Il compito della Ue post 26 maggio, se vinceranno i popolari e la sua riforma per mandare in pensione il Trattato di Lisbona e scriverne uno nuovo, sarà quello di “aiutare i Paesi che si trovano ai confini dell’Unione, come Italia o Grecia”, tuttavia “se gli Stati membri continuano a lasciar entrare immigrati clandestini verso l’Europa centrale e non rispettano i loro obblighi, sono necessarie sanzioni chiare”. Questa severità nonostante il fatto che il numero degli arrivi sia “diminuito del 95% dal 2015 e che il Consiglio europeo dello scorso giugno abbia concordato una modifica della politica migratoria”. La ricetta di Kurz prevede una migliore cooperazione con gli Stati nordafricani, per mettere fine alle morti in mare e distruggere a lungo termine il business dei trafficanti: “Allo stesso tempo – continua – dobbiamo fornire assistenza in loco e migliorare i programmi di integrazione in Europa, per portare qui i più deboli tra i deboli, che provengono dalle zone di guerra“.

Infine la replica ai populisti e ai nazionalisti: “Abbiamo bisogno di una grande forza centrista, non di un caos di destra o di sinistra che vuole distruggere l’Europa”.

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