Trieste divisa in due. Le manifestazioni per il 25 aprile non sono state unitarie. L’Associazione dei partigiani lo aveva anticipato parlando di “decisione sofferta”. Fabio Vallon, presidente provinciale dell’Anpi, era stato chiaro assicurando che non avrebbero partecipato al programma ufficiale. “Trieste è l’unica città capoluogo dove durante la cerimonia ufficiale non viene data la parola alle organizzazioni che rappresentano chi ha fatto la lotta di liberazione”.  Nell’elenco degli interventi mancava appunto quello dei rappresentati Anpi. Da qui la decisione di un corteo a parte. “Vogliamo dare un segnale di cambiamento, perché l’anno prossimo si arrivi a una manifestazione dignitosa”.

Sulla vicenda Emilio Ricci, vice presidente Anpi nazionale, ha chiarito: “Questa è la festa che vuole ricordare la liberazione dal nazifascismo, che ha riguardato tante persone che hanno subito violenza, deportazioni, uccisioni, maltrattamenti, perdita di beni morali e materiali, è una manifestazione che dovrebbe unire e non dividere. Creare dunque una rottura di questo tipo è una decisione che personalmente non mi vede d’accordo”. Comunque, “ognuno è legittimato a fare quello che vuole”.

In ogni caso: manifestazione ufficiale alla quale hanno partecipato tutte le istituzioni – da quelle comunali fino alle regionali – e corteo parallelo Anpi di Trieste al quale ha aderito la Cgil. Da questa vicenda si è invece tenuta fuori la comunità ebraica, restando equidistante e dichiarando tramite il presidente Alessandro Salonichio: “Non siamo interessati  a partecipare alla manifestazione promossa dall’Anpi, Cgil e altre associazioni partigiane”.

Le celebrazioni  per la liberazione da separati, nella città più a est d’Italia, hanno un forte valore simbolico: tutto è avvenuto, che come ogni anno, alla Risiera di San Sabba, il lager nazista nel centro della città, monumento nazionale. Nei giorni precedenti Roberto Dipiazza, sindaco della città dell’Alabarda, si era espresso dicendo come il 25 aprile “non fosse una festa di compleanno dove ognuno può fare ciò che crede, ma una cerimonia istituzionale ufficiale della Repubblica. Chi non vi partecipa si mette fuori da solo, non c’è altro da commentare”.

Il Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, smarcandosi dalle scelte del suo leader di partito Matteo Salvini che ha disertato il 25 aprile,  ha deciso di aderire alle iniziative anticipando come “esista una memoria  di tutti e non solo una memoria che ha le bandiere rosse”. Questa sua presa di posizione ha suscitato malumori. Fischiato durante il corteo ha replicato: “Per me è una medaglia se mi fischiano gli estremisti di sinistra”. Poi, non sottraendosi rispetto ad un altro tema divisivo, quello dei (Cpr) centri per il rimpatrio, un argomento che non si esaurirà con la giornata di ieri, ha immediatamente rilanciato: “Di Centri per il rimpatrio in Friuli Venezia Giulia ne apriamo e anche più di uno”.

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