Nessun pensiero personale, Greta è solo la “marionetta” del mago del marketing Inghmar Reztong. È questa la seconda teoria complottista che sta prendendo sempre più piede. Dietro Greta, o sopra, ci sarebbe il guru dell’ambiente, già impegnato nella Climate Reality Project di Al Gore, ex candidato ambientalista nella corsa per le presidenziali negli Stati Uniti e poi fondatore della start up We don’t have time, letteralmente “Non abbiamo tempo”. Una piccola impresa, fondata nel 2017, con l’obiettivo di costruire un social network basato sull’emergenza climatica. Proprio Reztong per primo avrebbe notato la giovane Greta davanti al parlamento svedese, postando, il 20 agosto 2018, alcune foto su Facebook corredate da un commento sull’attività della sedicenne.


Secondo molti quindi, dietro alla tenacia e alla forza d’animo di Greta, ci sarebbero solo gli interessi di Reztong che, però, pur ammettendo di aver sostenuto (e di sostenere tutt’ora) la sedicenne, ha sempre negato di averlo fatto per un tornaconto economico. I due per un breve periodo hanno collaborato come consulenti della start up fondata da Renztong, ma la studentessa svedese ha poi deciso di abbandonare il ruolo da consigliera.

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