“Il 29 va la tua roba… ricordati che io sto aspettando anche una mano… eh? (…) Tanto domani va tutto eh? Va la proroga, però ti devo venire a trovare, che qua se no finiscono le elezioni. Ora finiamo ‘sta operazione qua poi ci vediamo per parlare di un po’ di robe… festeggiamo le Rinfuse…”. È il settembre 2021 e Giovanni Toti, intercettato dalla Guardia di finanza, rammenta ad Aldo Spinelli il finanziamento promesso in cambio del rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse, uno dei più importanti gate del porto di Genova. Il governatore della Liguria, finito agli arresti domiciliari per corruzione, si prodigava per sbloccare in favore di Spinelli la pratica pendente di fronte al Comitato di gestione dell’Autorità portuale: la contropartita, secondo la Procura di Genova, erano le migliaia di euro di fondi che il magnate dello shipping gli avrebbe messo a disposizione per la campagna elettorale in vista delle Comunali del 2022. “Sono buttato in barca da… da Aldo, quando gliela portiamo sta proroga in Comitato (…). Portiamo quella roba in Comitato il prima possibile che è (incomprensibile) ma se riusciamo a farlo entro la metà di settembre mi fa comodo anche a me…”, diceva Toti a Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità, sottoposto a custodia cautelare in carcere. I due danno già per scontato il rinnovo della concessione (“È un fatto burocratico”, dice Signorini), che in effetti sarà approvato il 2 dicembre (con un po’ di ritardo rispetto all’impegno di Toti). Detto fatto: tra l’8 e il 9 dicembre, da quattro società riconducibili a Spinelli partono altrettanti bonifici da diecimila euro diretti al “Comitato Giovanni Toti Liguria”. E il presidente della Regione mostra di averli ricevuti: “Grazie di tutto, eh Aldino?”.

Lo scambio è uno spaccato del solido rapporto di do ut des che, secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, esisteva tra Toti e Spinelli (a sua volta ai domiciliari). Nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, la gip Paola Faggioni scrive che il politico ha incontrato l’imprenditore “nell’imminenza di almeno quattro diverse competizioni elettorali, (…) quasi sempre sullo yacht” di quest’ultimo, al sicuro da “sguardi indiscreti“, per chiedere “esplicitatamente una “mano” per le imminenti elezioni”. A giugno 2022 ad esempio si vota per il sindaco di Genova e il governatore inizia a muoversi già a marzo: “A proposito di finanziamenti, mo ti devo venire a trovare (ride)“. Spinelli: “(ride) Stai bravo… lì… fai un po’ di press… adesso, quando c’è il piano regolatore?”. Ancora il 3 maggio Toti: “Ti vengo a trovare, che non sono ancora venuto, prima delle elezioni… ora organizziamo…”. Spinelli: “Eh, vabbè, dai! Però devi…”. Toti: “Ma dove mangiamo? Che non hai la barca, te? (…) Ora organizzo di venire a cena con Signorini…”. La cena va a buon fine: il 25 maggio la Spinelli srl eroga 15mila euro al Comitato Toti. Passano i mesi, si avvicinano le elezioni politiche di settembre ed ecco che il leader del neonato partitino “Italia al Centro” torna alla carica: “Quando me la fai vedere, ‘sta barca? Quando ci vediamo, che ti devo chiedere un po’ di robe come al solito di questi tempi?”. Ed ecco che l’8 settembre, in piena campagna elettorale, sul conto corrente del Comitato totiano piovono da Spinelli altri 15mila euro.

Tutta questa munificenza, secondo i magistrati, non arrivava in cambio di nulla. In occasione degli incontri sullo yacht – riassume la gip – Spinelli chiedeva all’amico governatore “la sistemazione di varie pratiche di suo interesse che rientravano nelle competenze della Regione Liguria”. Ad esempio l’assegnazione (poi realizzatasi) dell’area portuale Enel e il riempimento (approvato) di Calata Concenter, che serviva a Spinelli per aumentare la lunghezza della banchina a sua disposizione. Ancora Toti a Signorini: “Ho visto Aldo ieri sera… sempre le stesse cose! Gli dobbiamo dare altri diecimila metri di Enel che sono pronti, che sta aspettando…”, “Vuole che gli tombiamo quel cazzo di Concenter“. Nell’estate 2022 il magnate mette gli occhi su un’area demaniale di proprietà di Autostrade per l’Italia e quasi supplica l’aiuto del politico: “Chiedi a Tomasi (Roberto, l’amministratore delegato della concessionaria, ndr), dai Giovanni fai uno sforzo… quell’area, quell’area lì, non riesci a farmela dare dalle autostrade?”. Nel 2023, invece, c’è campagna elettorale per la nuova tornata di amministrative (si vota a Imperia, Sarzana, Sestri Levante e altri comuni). In questo caso, secondo l’accusa, la merce di scambio è la trasformazione dello status giuridico della Spiaggia dell’Olmo a Celle Ligure da “pubblico” a “privato”: la pratica interessa da anni Roberto Spinelli, figlio di Aldo, che sull’area ha un interesse immobiliare. “Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle… ora facciamo la pratica, si può costruire… l’abbiamo risolto stamattina. Quando mi inviti in barca? Così parliamo un po’ che ora ci sono le elezioni, c’abbiam bisogno di una mano…”. La “mano” si concretizzerà in un’erogazione da 4.100 euro effettuata “per interposta persona” a marzo, a una cena elettorale organizzata da Toti a Genova.

Secondo la gip, dall’indagine è emersa “una allarmante abitualità e sistematicità di un meccanismo perfettamente collaudato, ricavabile anche dalla stessa terminologia usata dal governatore con Spinelli per alludere alla richiesta di finanziamento (“quando mi fai vedere la barca”… “quando ti posso venire a trovare”), che veniva immediatamente compresa nel reale significato dall’imprenditore”. L’ordinanza parla di una “sorprendente disinvoltura con cui Toti manifesta il proposito di ricorrere a richieste di denaro agli imprenditori, sfruttando la momentanea soddisfazione per gli obiettivi imprenditoriali realizzati anche in seguito al proprio intervento”. Particolarmente significativa ai fini cautelari, si sottolinea nel provvedimento, è anche “l’emersione, dalle indagini di ulteriori vicende (ancora oggetto di approfondimenti investigativi) che hanno visto il coinvolgimento di ulteriori imprenditori e nelle quali, a fronte di richieste di interessamento per pratiche amministrative di loro interesse, sono seguite elargizioni di finanziamenti in favore del Comitato Toti”: si lascia intendere, quindi, che il “sistema” possa essere molto più ampio. Il pericolo di reiterazione del reato, che fonda l’esigenza di arresto, “traspare anche dalla stessa genesi delle condotte criminose contestate (…) iniziate già verso la fine del 2020, in occasione delle consultazioni elettorali regionali del 20 e 21 settembre e proseguite in tutte quelle che si sono susseguite, mosse tutte evidentemente dal medesimo scopo di ottenere l’elezione o la rielezione, per il raggiungimento del quale è stata “svenduta” la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”.

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