“Bastano pochi minuti e ritorno col pensiero“. Due settimane dopo la denuncia di essere stata violentata nel vano dell’ascensore della stazione Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano, la 24enne di Portici venerdì è uscita per la prima volta di casa. Nello studio del suo legale, Maurizio Capozzo, ha lasciato una lettera per raccontare quella sera dello scorso 5 marzo. Ha chiesto che venga resa pubblica perché sente di non essere creduta, specialmente dopo che il Tribunale del Riesame di Napoli nel giro di sei giorni ha scarcerato due dei tre indagati per violenza sessuale di gruppo. Due dei tre giovani che, secondo quanto ricostruito dalle indagini del commissariato locale, avrebbero violentato a turno la 24enne, entrando ognuno nel vano ascensore mentre gli altri tenevano ferme le porte.

“Erano attimi di incapacità a reagire di fronte la brutalità e la supremazia di tre corpi. Erano attimi in cui la mente sembrava come incapace di comprendere, di totale perdizione dell’essere. E dopo che il corpo era diventato scarto e oggetto, ho provato una sorta di distacco da esso. Il mio corpo, sede della mia anima, così sporco“, si legge nella lettera della giovane donna. “Mi sembrava di essere avvolta dalla nebbia mentre mi trascinavo su quella panchina dopo quelli che saranno stati 7 o 8 minuti“, scrive ancora la ragazza. “Mi sono seduta e non l’ho avvertito più. Ho cominciato ad odiarlo e poi a provare una profonda compassione per il mio essere. Compassione che ancora oggi mi accompagna, unita ad una sensazione di rabbia impotente, unita al rammarico, allo sdegno, allo sporco, al rifiuto e poi all’accettazione di un corpo che fatico a riconoscere perché calpestato nella sua purezza”.

La ragazza venne trovata in lacrime su una panchina della stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano. A un ragazzo, che le si era avvicinato, disse che poco prima era stata violentata da tre giovani. I tre vennero individuati grazie alle immagini della videosorveglianza. Hanno ammesso di aver avuto un rapporto ma sostenuto che fosse consenziente. Tra il 22 e il 23 marzo è stato scarcerato il 18enne Alessandro Sbrescia, poi il 19enne Antonio Cozzolino. In cella rimane il terzo giovane, il 19enne Raffaele Borrelli. Il Riesame fisserà l’udienza all’inizio della prossima settimana. Al momento, però, non si conoscono le motivazioni che hanno spinto i giudici a pronunciarsi in tal senso.

“Il futuro diviene una sorta di clessidra. Consumato il corpo e la mente dal tempo odierno ricerca una vita semplice”, continua la lettera della 24enne. Che poi conclude: “Mi piacerebbe essere a capo di un’associazione che si occupa della prevenzione, della tutela e della salvaguardia delle donne, ragazze, bambine a rischio, perché donare se stessi e il proprio vissuto per gli altri è l’unico modo per accettarlo“.

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