Non ci si può sorprendere quindi se persino un serio economista del calibro di Joseph Stiglitz (premio Nobel 2001 Economia) nel recentissimo articolo Market concentration is threatening the US Economy (La concentrazione del potere nei mercati minaccia l’economia americana, nda) avverte che, proseguendo su questa linea, avendo le grandi imprese raggiunto un tal livello di potere da sovrastare ogni residuo potere della politica, il percorso economico della nazione americana persegue ormai interessi diversi da quelli presunti.

Nella sostanza quindi Stiglitz dice che ormai il potere raggiunto dai Ceo delle grandi imprese condiziona talmente la politica stessa da vanificare persino il potere sovrano del Congresso. Ma Stiglitz dice anche che (traduco): “Molti fattori contribuiscono ai problemi generati dalla bassa crescita economica unita all’alto livello della disuguaglianza e la pessima riforma della ‘flat tax’ voluta da Trump e dai Repubblicani ha solo esacerbato le già esistenti deficienze della tassazione americana, incanalando persino maggiori profitti versi i livelli reddituali più elevati”.

Tra l’altro l’illustre economista fa notare che, non solo i Ceo profittano del loro potere per imporre le loro decisioni sui clienti e sui loro salariati, ma arrivano persino a condizionare la politica economica dei mercati e della nazione attuando a propria totale discrezione politiche di “buybacks” e/o distribuzione di dividendi (aumentati dai maggiori profitti rivenienti dalle minori tasse volute da Trump).

Qualcuno può pensare che Trump non sapesse già prima di fare questo grazioso regalo ai ricchi, che le “corporation” avrebbero abusato ampiamente dei maggiori guadagni in arrivo per distribuire “a pioggia” (solo su azionisti e obbligazionisti però, non su tutta la popolazione), quell’immenso regalo (circa 1.1 trilioni di dollari stando a Stiglitz) che se pagato regolarmente con le tasse avrebbe potuto ridurre significativamente l’alto debito pubblico americano (ora vicino al 100% del Pil)? Senza contare che su quell’ingente “malloppo” gli stessi Ceo ed Executives di quelle imprese si erano già ritagliati la loro bella fetta di premio (alla faccia dei poveri servitori della nazione cui Trump aveva appena regalato appena due mesi fa un intero mese di chiusura della Cassa statale per esaurimento dei fondi, costringendoli così a lavorare gratis!).

Ricordiamoci che una delle prime cose che ha fatto Trump dalla Casa Bianca è stato abolire subito il segretariato (cioè il ministero) per la Difesa dei consumatori, creato da Obama, che stava dando buoni risultati anche di gradimento tra i cittadini. L’amministrazione Trump cosa fa invece per proteggere i consumatori? Intensifica e promuove le decisioni attraverso l’arbitrato (ben sapendo che in quella sede le controversie si concludono a gran maggioranza a favore delle imprese, che hanno ben studiato coi loro avvocati la modulistica da far firmare al cliente prima di consegnare la merce o fare i servizi).

L’anno prossimo a novembre ci saranno le elezioni presidenziali, ma la lunga campagna politica per le candidature è già iniziata. E sarà tutt’altro che tranquilla, ve lo assicuro. Ma qui non ho più spazio, completerò questo argomento (e quello del titolo) nel prossimo post. A presto.

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Con Trump il capitalismo americano ha imboccato un binario morto

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