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Francesco Lo Coco, la procura indaga per istigazione al suicidio. “La sua agenda fitta di impegni fino al 2020”

L’apertura di un fascicolo è un atto dovuto per poter svolgere accertamenti. Non aveva preoccupazioni di tipo economico e non era malato, ma negli ultimi mesi l'ematologo aveva affrontato due momenti difficili. Il primo, la mancata assegnazione di una cattedra. Il secondo, la morte del collega Fernando Aiuti
Francesco Lo Coco, la procura indaga per istigazione al suicidio. “La sua agenda fitta di impegni fino al 2020”
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Una morte che, per chi lo conosceva, resta inspiegabile. Sul suicidio di Francesco Lo Coco, ematologo 63enne di fama internazionale che domenica si lanciato dal ponte della Musica a Roma, la procura indaga per istigazione al suicidio. Scienziato di fama internazionale e ordinario a Tor Vergata, mentre era a pranzo in un ristorante davanti al Foro Italico, si è alzato senza dire nulla, è uscito dal locale e si è buttato. L’apertura di un fascicolo è più che altro un atto dovuto per poter svolgere accertamenti: al momento infatti, dall’esame esterno della salma disposto dal pm Margherita Pinto, è confermata l’ipotesi del suicidio.

Il Corriere della Sera ricostruisce gli ultimi minuti di Lo Coco con le testimonianze di chi domenica era a pranzo con lui al Cuccurucù: Carolina Manfredonia, sua compagna da 15 anni, e i figli di lei (e del calciatore Lionello Manfredonia) Ludovico e Greta. Al tavolo anche Luigi Miracco, 31 anni, campione italiano di sciabola e fidanzato di Greta. Poco dopo le 14 Lo Coco si alza e si allontana, lasciando al tavolo giacca e cellulare. Lo troveranno poco dopo sulla pista che costeggia il fiume. La compagna, “incredula”, ha chiesto di eseguire un’autopsia approfondita sul corpo. “Scherzavamo, ci siamo anche scattati delle foto, il professore parlava di una casa da vendere – spiega Luigi al Corriere della Sera -. Sembrava sereno. Quando poi abbiamo sbloccato il suo telefonino, abbiamo trovato solo appuntamenti con pazienti e date di convegni. Non era malato, non beveva, non aveva problemi economici”. Non è esclusa, però, l’ipotesi che avesse anche un altro cellulare. Aveva parlato di una casa da vendere, ma la cosa non destava preoccupazioni. In ogni caso, aveva un’agenda fitta di impegni fino al 2020.

Pare che negli ultimi tempi avesse avuto due momenti difficili: il primo quando a ottobre non era riuscito a vincere una cattedra al Dipartimento di Biotecnologie cellulari ed Ematologia dell’università La Sapienza. Il secondo quando ha saputo della morte dell’amico Fernando Aiuti, l’immunologo caduto lo scorso 9 gennaio nella tromba delle scale del Gemelli, dove era ricoverato. Nel suo caso l’ipotesi su cui indaga la procura è di suicidio.

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