Un fantoccio con un teschio impiccato alla cancellata di casa. È quello che hanno trovato fuori dalla casa della famiglia di Desirée Piovanelli, la 14enne uccisa a Leno, nel Bresciano, nel 2002. Lo scrive il Giornale di Brescia. L’episodio è successo alcune settimane fa ma lo si è saputo solo lunedì. Il padre di Desirée ha presentato denuncia ai carabinieri e la procura di Brescia ha aperto un’inchiesta ritenendo il gesto un messaggio intimidatorio. Il ritrovamento avviene nel momento in cui il padre di Desirée ha chiesto di indagare nuovamente sulla morte della figlia, convinto che dietro l’omicidio ci siano un mandante e l’ombra della pedofilia. Proprio Maurizio Piovanelli era stato ascoltato in procura qualche giorno prima di trovarsi sul cancello di casa il teschio.

Per il delitto della ragazzina, attirata in un casolare abbandonato, sono stati condannati con sentenza definitiva tre minori all’epoca dei fatti, che hanno scontato la pena, e Giovanni Erra, unico adulto del gruppo: dal carcere di Bollate, nel Milanese, ora chiede la revisione del processo. Condannato a 30 anni, il 50enne fa sapere attraverso i suoi legali che non accetta la ricostruzione processuale della vicenda, secondo cui la giovanissima sarebbe stata uccisa per aver opposto resistenza a un tentativo di violenza sessuale. Il corpo di Desirée venne ritrovato alcuni giorni dopo l’omicidio nella cascina Ermengarda a Leno.

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