Il costruttore svedese ha annunciato di voler introdurre il limite di velocità sui suoi modelli, a partire da quelli che entreranno in commercio nel 2021. “Se c’è qualcuno che deve assumere la leadership nel campo della sicurezza, quel qualcuno dev’essere certo Volvo”, ha detto il CEO Hakan Samuelsson.

Non stupisce dunque che sia Volvo, il costruttore svedese ormai di proprietà della cinese Geely, a proporre una rivoluzione nel campo della sicurezza stradale occidentale: limitare a 180 km/h la velocità massima delle sue auto. Si parla di sicurezza stradale “occidentale” perché in Giappone la pratica di autolimitare la velocità massima dei veicoli esiste già da parecchi anni. Sta di fatto che a fare il primo passo in Europa e in America è il costruttore che, nel ’59, inventò le cinture di sicurezza per i sedili, nate dalla mente dell’ingegnere Nils Bohlin. Una novità che non piacque subito e che venne vista anzi come “invadente” dai più. Ma che poi è diventata un fondamento della sicurezza in auto.

Hakan Samuelsson, amministratore delegato della casa svedese, ha fatto proprio questo esempio a Reuters, parlando dell’intenzione di voler limitare entro il 2021 la velocità dei propri modelli: un’idea nata nell’ambito di “Vision 2020”, la campagna promossa da Volvo per raggiungere entro quell’anno zero feriti e zero morti a bordo delle auto Volvo. Al momento è allo studio la possibile combinazione tra il controllo della velocità e un sistema di geo-limitazione per ridurre in modo automatico i km/h in prossimità di aree pedonali, come ad esempio le scuole.

Nonostante il loro ultimo suv XC90 raggiunga i 212 km/h (nessuna Volvo, eccetto la S60 Polestar, va oltre i 250 km/h), la scelta di limitare la velocità a partire dai modelli che entreranno in commercio nel 2021 è stata dettata anche dai numerosi studi che hanno indagato le cause di incidenti mortali, come quelli effettuati dall’agenzia governativa NHTSA negli Stati Uniti, dove nel 2017 il 25% di gravi incidenti risulta essere stato causato dall’alta velocità.

Chiaramente, fa notare lo stesso Samuelsson, il voler limitare la velocità massima dei veicoli porterà probabilmente il mercato tedesco – abituato alle alte velocità, visto che su alcuni (ormai pochi) tratti autostradali non esistono limiti – a scegliere con più difficoltà i modelli Volvo. “Non possiamo accontentare tutti” ha osservato il CEO di Volvo, “ma in questo modo sappiamo anche di riuscire ad attirare una clientela diversa”. Non verrà comunque intaccato il “core” dei clienti del marchio svedese, visto che questo “è già rappresentato da automobilisti responsabili”.

Oltre al limite di velocità, Volvo sta pensando anche di impiegare videocamere per tenere sotto controllo lo stato psicofisico del conducente – se distratto o non lucido – per evitare eventuali collisioni o più gravi incidenti: “Abbiamo capito che per arrivare al risultato (di “Vision 2020”, nda.) è importante focalizzarsi sull’aspetto umano del problema”, ha dichiarato a Reuters Samuelsson. Una misura, anche questa, che potrà essere giudicata “invadente”, come accadde per la cintura di sicurezza: ma se invadenza può essere sinonimo di sicurezza, allora ci fidiamo di Volvo.

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