In quest’epoca di giovanilismo estremo, di vecchi che fanno i giovani, di giovani già vecchi e di negazione totale della malattia e ancor più di negazione della morte, è da un po’ di tempo che mi faccio una domanda scomoda: ma essere nati il 29 febbraio è una fortuna o una sfortuna? Vi giuro che non riesco a dormirci la notte.

Già il fatto che febbraio abbia solo 28 giorni e non 30 o 31 mi ha sempre scombussolato l’esistenza e ci ho messo un bel po’ di tempo per accettarlo, ma sta cosa del 29 febbraio ogni quattr’anni ancora non mi va giù e mi fa soffrire. Sì, lo so che voi che leggete Wikipedia riuscite sempre a dare una spiegazione a tutto, ma cercate di uscire dal vostro bozzolo di razionalità e provate a mettervi nei panni di una persona che malauguratamente nasca il 29 febbraio.

Ma avete idea del dramma che vivrà quel bambino a non poter sempre festeggiare il proprio compleanno il 29 febbraio? E poi, quando lo festeggia? Il 28 febbraio? L’1 marzo? Che un conto è festeggiare a febbraio, mese tipicamente invernale, un conto è festeggiarlo a marzo con la primavera nel cuore e magari, fuori, la neve, l’allerta freddo, Burian, la sciabolata siberiana. Disgrazie vere… problemoni.

Sì, lo so che voi del bicchiere mezzo pieno già la state mettendo sui benefici fiscali che la nascita in una data del genere potrebbe comportare, ma secondo me l’Agenzia delle Entrate in un modo o nell’altro le tasse te le farebbe pagare lo stesso, magari ti spediscono a casa delle multe perché credono (giustamente) che qualcuno stia facendo il furbo. Diverso il discorso dell’Inps che sarebbe solo che contenta di avere molti nati il 29 febbraio che in soldoni significa: pensioni mai.

Tra i grandi classici del 29 febbraio segnaliamo:

1. il giorno del 18esimo compleanno del 72enne;

2. i dieci anni dello splendido 40enne;

3. il bambino prodigio di tre anni alle medie;

4. la ragazza di cinque anni che se prova ad appartarsi col fidanzato lui viene arrestato e accusato di pedofilia… C’è un mondo dietro al 29 febbraio.

Ps. Questo post è dedicato al mio coetaneo Francesco, che anche quest’anno non potrà festeggiare il suo 12esimo compleanno, ma che nel 2020 finalmente ne compirà 13. Come passa il tempo.

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