In meno di venti giorni poco meno di 50mila persone hanno fatto richiesta per accedere alla pensione anticipata con quota 100. Sono dati dell’Inps. Delle 49922 domande, oltre 17mila arrivano da lavoratori pubblici, oltre 38mila arrivano da uomini e la quasi totalità (44273) proviene attraverso i patronati. In testa ci sono le province di Roma (3875 domande), Napoli (2393) e Milano (1895), a poca distanza Palermo (1499). Oltre il migliaio anche Bari (1273), Catania (1263) e Torino (1251). In coda Fermo con solo 75 richieste. “Stiamo lavorando per rinnovare questo Paese e dare nuove prospettive soprattutto ai giovani” ha commentato il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega).

Intanto il Decretone, che contiene i provvedimenti su quota 100 e reddito di cittadinanza, è in esame in commissione Lavoro al Senato. E il percorso è tutt’altro che lineare, con polemiche e momenti di impasse sulla votazione dei circa 1600 emendamenti. L’ufficio di presidenza convocato dalla presidente (e relatrice del testo), la grillina Nunzia Catalfo, è stato sospeso dopo pochissimo tempo per via dello scontro tra maggioranza e opposizione sul programma di lavori. Da una parte M5s e Lega avevano chiesto di cominciare a votare gli emendamenti all’articolo 5 sull’erogazione “del beneficio”, mentre il Pd riteneva impossibile partire senza entrare nel merito della platea dei beneficiari. “Una deriva pericolosissima – ha detto Annamaria Parente – sul fronte istituzionale che se non fermiamo ora, non fermeremo più”. Il Pd ha anche minacciato di abbandonare i lavori. Le opposizioni hanno protestato anche per l’accelerazione in mancanza di diversi pareri della commissione Bilancio, che deve dare disco verde sulle coperture, ha spiegato che “non ci sono accelerazioni ma la volontà di consentire alla Camera di trattare il provvedimento”. Alla fine però la commissione è stata rinviata a lunedì: in sospeso ci sono ancora una sessantina di emendamenti che devono essere valutati per i profili finanziari, su alcuni nodi centrali, a partire dal rafforzamento del reddito di cittadinanza per le famiglie con disabili all’ampliamento della scala di equivalenza per non sfavorire quelle numerose. Secondo la Parente “questo stravagante modo di procedere è determinato dal fatto che non hanno ancora deciso chi sarà escluso e chi incluso dal reddito di cittadinanza”. Ad ogni modo l’ipotesi più accreditata è che il decreto arrivi in Aula mercoledì.

Intanto salta il taglio alle pensioni dei sindacalisti. Almeno per il momento visto che il sottosegretario al Lavoro, Claudio Cominardi, spiega: “Il ritiro dell’emendamento sul taglio delle pensioni d’oro ai sindacalisti non rappresenta un ripensamento politico ma la volontà di garantire una misura che sia inappuntabile”.
L’emendamento al decretone del M5s prevedeva di rivedere il conteggio dei contributi figurativi negli anni di aspettativa per attività sindacale e il progressivo ricalcolo contributivo dell’assegno per chi già percepisce un trattamento pensionistico secondo il vecchio sistema retributivo.

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Pensioni sindacati, documento unitario Cgil Cisl e Uil sul taglio per decreto: “Vogliono limitare nostra azione”

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