Gentile signor Luca De Marchi, le scrivo dopo aver letto della sua idea di regalare frittelle mantovane al luna park esclusivamente ai bambini italiani.

Sono un papà italiano con figlie e moglie italiana, medico e presidente di una associazione di famiglie di bambini disabili che si chiama Tutti a scuola. Mi ha molto impressionato la sua idea di offrire gratis dolci a bambini selezionati per nazionalità ed è per questo che mi permetto di scriverle. Volevo da principio raccontarle di una festa che insieme alle famiglie e ai volontari della associazione Tutti a scuola organizziamo a Napoli da 15 anni: Giochi senza barriere. Si tratta, come può immaginare dal nome, di una festa speciale come speciali sono i suoi invitati : i bambini e i giovani disabili. È anche una festa eccezionale perché nasce proprio dal desiderio di dedicare una magnifica festa a bambini che spesso non venivano invitati a quelle dei loro compagni di classe e coetanei. Non vorrei divagare troppo però.

Da 15 anni, a Napoli, un giorno i disabili riescono a non fare le fila che quotidianamente caratterizzano la loro vita e quella dei loro genitori. Giochi all’aperto, clown, musica dal vivo, sport, didattica inclusiva sono il nostro piccolo regalo che offriamo alle oltre 25mila persone che affollano la nostra manifestazione. Giochi senza barriere dura un’intera giornata ed è stato immediato per noi genitori pensare anche al cibo e alle bevande: dolci offerte dalle più famose pasticcerie cittadine, oltre 7mila pizze sfornate da decine di pizzaioli del Napoli pizza village, 20mila litri di acqua e gelati messe a disposizione da diversi esercizi commerciali fanno da cornice alla festa. Ma, e si tratta di un ma essenziale, esiste una enorme differenza con la sua iniziativa: oltre a essere gratuito quello che offriamo è anche per tutti.

Tutti è un vocabolo che probabilmente le risulta ostile, eppure a giochi senza barriere la festa è proprio per tutti. Si immagini che tra le migliaia di nostri ospiti oltre ai bambini e giovani disabili privilegiamo (anche questo termine deve leggerlo con cautela) i più deboli. Tra i più deboli ci sono tutti i bambini perché, non me ne vorrà se lo sottolineo, un bambino povero è povero indipendentemente dal passaporto.

Le chiedo uno sforzo di immaginazione e di comprensione: quando decidemmo chi invitare alla festa dei nostri figli disabili l’idea di escludere qualcuno non ci ha mai sfiorato la mente. Forse perché siamo dei genitori, forse perché sappiamo quanto sia terribile sentirsi emarginato, messo all’angolo, escluso. Forse semplicemente perché siamo umani.

Signor consigliere mantovano, mi tolga una curiosità: ho letto che Mantova è la 18° città d’Italia con la più alta qualità di vita. Immagino che lei viva in un posto nel quale i trasporti, le attrezzature sportive, le scuole, i servizi sociali , il verde , la sanità siano particolarmente efficienti. Noi a Napoli nella classifica che ogni anno viene stilata dagli esperti siamo distanti quasi 80 posizioni dalle città come la sua e allora il dubbio che mi assale diventa terribile: veramente non poteva trovare un centinaio di dolcetti anche da offrire a qualche bambino in più?

Ecco, forse le è mancato il coraggio di osare, di pensare che proprio a Mantova il dovere di servire prima gli altri era più cogente. In fondo se qui a Napoli, con tutti i problemi che ci sono e il Vesuvio che continua a sorridere nonostante gli auspici nefasti di qualcuno che dimora altrove, riusciamo a regalare dolci a tutti i bambini potrebbe provarci anche lei. Mi creda signor consigliere, dopo potrebbe sentirsi molto meglio.

Da ultimo mi farebbe piacere invitarla con la sua famiglia a Napoli nel mese di giugno alla prossima edizione di Giochi senza barriere. Mi creda, ne vale la pena e forse potrebbe darci una mano anche lei assieme ai seicento volontari a distribuire fiocchi di neve e pizze a tutti. Proprio a tutti.

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