Duecento dispersi è il bilancio provvisorio del crollo di una diga di scarti minerari avvenuta venerdì in Brasile. Il disastro è avvenuto a Brumadinho, una piccola località del Minas Gerais, lo stesso Stato dove tre anni fa un’altra diga cedette a Mariana, causando il più grande disastro ambientale della storia del paese.

Secondo quanto reso noto dalla società Vale, proprietaria dell’impianto, il crollo si è registrato nel primo pomeriggio a Mina de Corrego do Feijao. L’onda di fango e rifiuti ha investito vari edifici dell’azienda e la piccola località di Vila Ferteco.  Il presidente della Vale, Fabio Schvartsman ha detto che dopo il disastro di Mariana, nel novembre del 2015, che lasciò un bilancio di 19 morti, la società ha “fatto tutto quello che era possibile per garantire la sicurezza e la stabilità” delle dighe. “Il fatto – ha aggiunto – è che non sappiamo ancora cosa è successo”.

Da parte sua, il presidente Jair Bolsonaro ha detto che “dopo la tragedia di Mariana, si poteva sperare che questo tipo di disastro non si sarebbe ripetuto, ma evidentemente non è stato così”. Il presidente ha anche annunciato che domani andrà a Brumadinho per visitare il luogo del crollo.

Il governo ha formato un gabinetto di crisi a Belo Horizonte, capitale del Minas Gerais, mentre sono stati i pompieri locali, i primi a lanciare le operazioni di ricerca delle persone rimaste sotto il fango, a fornire il primo bilancio di 200 dispersi.  Questo numero potrebbe però essere più alto: secondo la Vale, infatti, circa 300 persone lavoravano nello stabilimento di Brumadinho, e Schvartsman ha sottolineato che la maggior parte delle vittime del crollo dovrebbero essere suoi dipendenti.

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