Scontro a distanza tra Italia e Olanda sul destino dei 47 migranti che si trovano a bordo della nave Sea Watch, ferma in acque territoriali italiane a circa un miglio al largo delle coste di Siracusa. L’Olanda ha fatto sapere infatti che non prenderà in carico i migranti come chiesto dall’Italia: “Finché non ci saranno accordi europei su soluzioni strutturali per i migranti a bordo dei barconi, i Paesi Bassi non prenderanno parte a soluzioni ad hoc“, ha detto il segretario di Stato olandese per l’Asilo e le migrazioni Mark Harbers, secondo il quotidiano De Telegraaf, precisando che l’Olanda ha “preso nota della richiesta italiana, ma non è responsabile per la Sea-Watch 3″. “Bandiera olandese, Ong tedesca. Aprano i porti di Rotterdam o di Amburgo, in Italia posto non ce n’è”, ha ribadito subito il vicepremier Matteo Salvini. “La responsabilità sulla nave è dell’Olanda e che l’equipaggio è soggetto alla sua sovranità. Se può stare in mare e può sfidare l’Italia ogni giorno, è proprio grazie alla bandiera che gli ha fornito il Governo olandese”, ha aggiunto l’altro vicepremier Luigi Di Maio su Fb. “O si prende la responsabilità o ritira la bandiera così la Ong smetterà di disobbedire alla guardia costiera libica. A meno che non stia sventolando illegalmente la bandiera. In tal caso dovremo procedere al sequestro”.

La lettera al governo olandese – La richiesta di farsi carico dei migranti era arrivata dai Luigi Di Maio e Matteo Salvini, concordi sulla linea dei porti chiusi: Sea Watch 3 batte bandiera olandese quindi della nave ong e dei 47 migranti a bordo, tra cui 13 minori non accompagnati, se ne deve occupare l’Olanda. Di Maio aveva invece convocato “immediatamente” l’ambasciatore olandese perché l’imbarcazione “come vedete in foto, batte bandiera olandese e si trova a pochi chilometri dalle coste italiane – annunciava con un post su Instagram -, per questo ritengo opportuno chiedergli che intenzioni abbia il suo governo”.

Assicurando ai volontari “supporto medico e sanitario qualora ne avessero necessità”, il ministro del Lavoro sollecitava intanto il comandante “a puntare la prua verso Marsiglia“. Matteo Salvini invece aveva spedito direttamente “una lettera al governo olandese, in cui viene ufficialmente incaricato di occuparsi dell’imbarcazione e degli occupanti”. E stasera dal Viminale è arrivata la notizia che il ministro sta raccogliendo gli elementi per valutare una denuncia per tutti i membri dell’equipaggio della Sea Watch3 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Da giorni Matteo Salvini ripete infatti che l’Italia non è disponibile a indicare un porto sicuro per l’imbarcazione. “Il governo della Repubblica Italiana chiede” all’Olanda di “poter disporre di ogni informazione in merito alla ong Sea Watch, con particolare riferimento alla conformità alla legislazione dello stato di bandiera dell’organizzazione e delle attività della predetta ong, nonché nelle relative imbarcazioni ed equipaggio”, si legge nella lettera, anticipata dal ministro, in cui il governo invita “a predisporre con urgenza gli adempimenti relativi all’organizzazione della presa in carico e del trasferimento in Olanda dei 47 migranti a bordo della nave olandese”. “Posso aggiungere – ha detto quindi il vicepremier a margine della consegna di un immobile confiscato a Roma – che sono in corso esami da parte delle forze dell’ordine sul comportamento corretto o scorretto di questa ong”.

“Per quanto riguarda la Sea Watch devo vedere ancora il dossier: certamente l’Italia non ha mai coordinato i soccorsi, li hanno fatti loro che come era già capitato recentemente, purtroppo non hanno rispettato la legge del mare. Avrebbero dovuto attendere la guardia costiera libica, perché il tutto è avvenuto nel mare libico”, aggiunge Toninelli. “Siccome se ne sono andati a questo punto direi che come dice bene il vice premier Luigi Di Maio si dirigano verso la Francia, verso Marsiglia”, anche se potrebbe esserci l’alternativa olandese. “L’Olanda è giusto che dica qualche cosa, ma in primis dovrebbe essere Macron a dire ‘venite dalla mia parte'”, conclude il ministro.

La situazione a bordo della nave – La nave della ong tedesca è ancorata ad un miglio a largo delle coste di Siracusa, a 1 miglio (2 km) a nord di punta Maglisi. L’ingresso è stato accordato a causa delle cattive condizioni meteo per garantire la sicurezza delle 47 persone che si trovano a bordo, ormai da 7 giorni, e della stessa imbarcazione, che ora è affiancata da motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. “I migranti sono esausti, disperati. Ora vedono terra, sono davanti a Siracusa e non capiscono perché devono restare a bordo senza poter scendere”. Questo il resoconto del medico di bordo sulla Sea Watch. “Hanno bisogno urgente di protezione – ha aggiunto -. Le condizioni a bordo sono molto complicate”. “Per tre giorni abbiamo affrontato tempeste, vento forte e molta pioggia – continua il medico -. Sono rimasti bagnati perché non abbiamo abbastanza spazio all’interno. Sono rimasti all’aperto, al freddo, coperti con tende di fortuna. Abbiamo dovuto tirare fuori dalla nave materiali e attrezzi per far loro spazio. Non hanno posti dove riposare, hanno bisogno di sedersi. Abbiamo cibo che può servire a tenere in vita le persone per un paio di giorni“.

La Diocesi di Siracusa, intanto, ha dato la disponibilità all’accoglienza dei migranti. “Di fronte a persone che rischiano la vita, ognuno di noi, per la propria parte, si deve attivare per assicurare la migliore accoglienza e la salvaguardia della vita”, ha detto l’arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo. “Ho appreso che il sindaco ha dato la propria disponibilità per accogliere i migranti e questo fa onore alla città di Siracusa. Speriamo che la vicenda si risolva al meglio, non possiamo pensare che queste persone non abbiano alcun diritto, tra cui il diritto alla vita, all’accoglienza. Per cui quello che è nelle nostre possibilità va fatto. Mi auguro che in alto loco si pensi in maniera corretta“.

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