Con uscite mediatiche di dubbio gusto sul piano umano, secondo il proprio stile, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nei giorni scorsi ha tenuto a sottolineare che mentre si scatena l’infermo mediatico perché non riusciamo ad eliminare le formiche dalle corsie degli ospedali, non succede nulla di eclatante se in Lombardia muoiono ben quattro bambini a causa di misteriosi virus nel bresciano.

Le risposte più o meno piccate sul piano umano a tali esternazioni, in effetti non tengono alcun conto del fondo di verità che accomuna territori della Campania e della Lombardia come la provincia bresciana: una gravissima situazione di danno ambientale e igienico-sanitario con ovvi quanto ancora sottostimati ed incompresi gravissimi danni alla salute pubblica in entrambe le Regioni.

Secondo l’OMS, ogni giorno nel mondo il 93% dei bambini respira aria inquinata, in casa e fuori. Il solo smog contribuisce ogni anno (direttamente o indirettamente) alla morte di quasi 600mila minori. Lo smog, inoltre, ha un impatto sullo sviluppo cognitivo e può scatenare malattie respiratorie come l’asma, ma anche favorire tumori infantili. Chi ha respirato aria inquinata da piccolo ha un rischio aumentato di malattie croniche cardiovascolari da adulto. Più in generale, un terzo delle morti per ictus, tumore al polmone e malattie cardiovascolari è ascrivibile allo smog, si legge sul sito dell’Oms.

L’inquinamento dell’aria sta distruggendo la nostra salute: i morti nel mondo causati dall’inquinamento, secondo le ultime stime dell’Oms, sono 8,9 milioni ogni anno. I medici “no tox” incaricati dalla regione Campania, però, di cause tossicologiche ambientali da inquinamento non vogliono proprio saperne e, da sempre, obbligano a pessime figure i governanti, attribuendo ai soli stili di vita individuali i pessimi dati epidemiologici già prodotti a Caserta e nella Asl2 Terra dei Fuochi ma ancora non a Napoli centro.

Abbiamo dovuto ascoltare veri numeri al lotto, come quelli che attribuiscono il 37% di fumatori a Caserta rispetto ad una media nazionale del 20% per giustificare l’eccesso di cancro al polmone ormai ampiamente presente in oltre un terzo di pazienti mai fumatori.

I dati mostrano un eccesso statisticamente significativo di cancro alla tiroide nei bambini, e in distretti specifici come casale di principe che non sono certo zona vulcaniche con esposizione a radon ma dove sono stati confessati e riscontrati sversamenti di rifiuti ospedalieri radioattivi da parte di criminali come Carmine Schiavone.

I medici “no tox”, pericolosissimi e antiscientifici come i “no vax”, sanno che ormai tutti i dati epidemiologici portano sia Terra dei fuochi che Napoli centro verso eccessi significativi di cancro e patologie correlate a inquinamento ambientale ma devono, nella lettura, ampiamente deviare le responsabilità del danno alla salute pubblica verso altre cause e non al mancato governo del territorio. In questa sempre più grave catastrofe ambientale mondiale, dobbiamo continuare a sentire in Terra dei Fuochi che solo il 2% di tutti i cancri in Italia e ancor più in Campania siano attribuibili con certezza ad inquinamento ambientale .

San Vitaliano di Nola in Campania e non in Lombardia (oltre a Pomigliano, ferrovia e porto di Napoli) è la centralina che ha sforato in polveri sottili di più in italia nel 2018 (122 sforamenti: record italiano 2018!) ma non lo dice nessuno. Anzi, a mia domanda ad un convegno col ministro dell’Ambiente Costa, nessuno lo sapeva. I colleghi di Nola hanno dovuto fare un esposto alla Procura per fare muovere i loro sindaci!

Il “mal comune” (assenza di un valido controllo dell’ambiente e soprattutto di una industrializzazione selvaggia e senza regole) diventa “sommo gaudio” per i governanti sia in Campania che in Lombardia. La colpa è sempre e solo dei cittadini che hanno pessimi stili di vita individuali.

Si comincia già a segnalare, forse in ossequio alla Lega, la possibile influenza patogenetica degli schistosomi africani negli eccessi di cancro alla vescica ma nessun medico “no tox” osa ricordare che oltre il 90% dei pozzi inquinati in Campania risulta contaminato da tricloro e tetracloroetilene da decenni. Queste sostanze sono etio-patogeneticamente legate al cancro della vescica nei lavoratori del settore tessile: da noi i lavoratori del settore tessile lavorano in gran parte “a nero”, ma a casa!

La scienza è neutra, gli scienziati non lo sono mai.

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