Le tecnologie di riconoscimento facciale sempre più sofisticate, sviluppate dalle aziende statunitensi per i loro prodotti, potrebbero essere usate dal Governo come arma per la discriminazione razziale, contro le minoranze religiose e l’immigrazione. È questa l’estrema sintesi della lettera aperta recapitata a Google, Amazon e Microsoft, sottoscritta da circa 90 associazioni fra cui American Civil Liberties Union (ACLU), Refugee and Immigrant Center for Education and Legal Services (RAICES), ed Electronic Frontier Foundation (EFF).

Nella lettera si legge che “la sorveglianza tramite riconoscimento facciale fornisce alle agenzie governative una capacità senza precedenti di tracciare chi siamo, dove andiamo, cosa facciamo e chi incontriamo. Questi strumenti conferiscono al governo il potere di individuare immigrati, minoranze religiose e persone di colore […] Amplificherà e inasprirà i pregiudizi che danneggiano le comunità sorvegliate […] La gente avrà paura di essere osservata e presa di mira dal governo quando assisterà a una manifestazione, si riunirà fuori da un luogo di culto o semplicemente vivrà la propria vita”.

Crediti: Depositphotos

 

Per comprendere i motivi di tanta preoccupazione bisogna fare un passo indietro. Come noto, le aziende destinatarie dell’appello stanno investendo nello sviluppo di tecnologie per il riconoscimento facciale sempre più sofisticate, con lo scopo primario di renderle disponibili al pubblico con i propri prodotti. D’altro canto, è risaputo che il Governo statunitense abbia dimostrato interesse verso queste tecnologie. Usandole, per esempio, si potrebbero esaminare filmati di videosorveglianza molto più rapidamente di quanto possano fare gli agenti in carne e ossa.

Di recente Google e Microsoft hanno riconosciuto i rischi che comporterebbe un uso improprio dei servizi di riconoscimento facciale. Google promette di non vendere la sua tecnologia fino a quando non ci saranno garanzie sufficienti da scongiurare possibili abusi. Il presidente di Microsoft ha proposto al Congresso una lista di provvedimenti da adottare per prevenire e scongiurare abusi (non è detto che verranno approvati). La posizione di Amazon risulta meno chiara.

La situazione è complessa e delicata, non solo negli Stati Uniti, perché ovunque si è alla ricerca di una mediazione ideale (sempre ammesso che esista) fra la salvaguardia della privacy e delle libertà dei cittadini e il controllo capillare in nome di una maggiore sicurezza.

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