Non solo per il M5s non è più un tabù il quorum ai referendum propositivo e abrogativo, come annunciato dalla Lega due giorni fa, ma è stata raggiunta l’intesa sulla soglia proposta dal Partito democratico. Dopo che il Carroccio ha ritirato l’emendamento che stabiliva il quorum al 33%, oggi la relatrice grillina ha dato parere positivo alla proposta Pd di fissarlo al 25 per cento. In pratica significa che una proposta per passare deve ottenere il 25 per cento dei consensi, mentre non è previsto il quorum strutturale (ovvero una soglia minima di persone che vanno al voto). Esulta il deputato dem Emanuele Fiano: “Il quorum zero è morto. Vittoria della nostra proposta”. Ma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha difeso la scelta: “L’assenza del quorum strutturale è garanzia di una maggior partecipazione perché le forze politiche non possono ricorrere a pratiche astensionistiche, dovendo mobilitarsi per sostenere le rispettive ragioni. Tuttavia è importante favorire l’accordo più ampio possibile sulle riforme e, per questa ragione, è stata introdotta la soglia del 25% per il quorum approvativo, cioè il numero dei voti validi per l’approvazione delle proposte”.

Oggi la commissione Affari costituzionali della Camera ha iniziato l’esame dei 270 emendamenti al disegno di legge. All’apertura dei lavori, la relatrice M5s Dadone ha dunque detto sì a un emendamento del deputato Pd Stefano Ceccanti per il quale il referendum, sia propositivo che abrogativo, è valido se gli elettori che votano sì sono oltre il 25% degli aventi diritto. Parere positivo anche a un secondo emendamento di Ceccanti, per il quale la legge attuativa del referendum e dovrà quindi avere la maggioranza assoluta dei voti nelle Camere.

Una delle preoccupazioni della maggioranza è quella di riuscire a coinvolgere anche le opposizioni: il ddl di riforma costituzionale ha bisogno del sostegno del più ampio spettro politico possibile. “Riteniamo doveroso”, ha detto Fraccaro, “ascoltare tutte le forze politiche, soprattutto di opposizione, perché la Costituzione non si modifica a colpi di maggioranza. Per questo valutiamo positivamente la decisione di cancellare il quorum strutturale e introdurre il quorum approvativo pari al 25% per i referendum propositivo e abrogativo. Con questa innovazione l’impianto degli istituti di democrazia diretta ne risulterà rafforzato perché si promuove la partecipazione dei cittadini impedendo manovre astensionistiche. È un ottimo risultato che dimostra ciò che abbiamo sempre detto, cioè che la centralità sul tema spetta al Parlamento”. E ha concluso: “Sono particolarmente soddisfatto di questo risultato perché consentirà di incentivare la partecipazione attiva, garantendo al contempo che vengano approvate proposte che hanno un grande consenso tra i cittadini. In questo modo gli strumenti di democrazia diretta nel nostro Paese hanno nuova linfa vitale e vengono pienamente integrati nel sistema della democrazia rappresentativa, offrendo al popolo maggiori opportunità di partecipazione e al Parlamento più strumenti di dialogo con il Paese”.

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