“È come Dracula all’Avis”. “E lui l’orso Yoghi che vede soldi pubblici nel cestino”. L’ultimo puntata delle liti tra il governatore della Liguria, Giovanni Toti, e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, assume contorni che variano dall’horror al cartone animato. La questione di fondo resta però sempre la stessa: infrastrutture e grandi opere sì o no. E l’esponente di Forza Italia e quello del M5s si trovano di nuovo su fronti contrapposti. La sigla di apertura è quella di Toti: “Toninelli? Ormai sta diventando teatro di maniera quello tra me e lui, a cui riconosco persino la buona fede e di essere una persona per bene. Ma un ministro delle Infrastrutture che blocca le infrastrutture, è come Dracula all’Avis… È un ossimoro politico, una cosa che non si può sentire”.

Poi il canovaccio lo sviluppa il ministro, citando l’orso protagonista del cartone animato di Hanna&Barbera: “Accetto le sue divertenti provocazioni – replica Toninelli in un’intervista all’Adnkronos – anche se mi viene detto che io alle infrastrutture sono come un Dracula all’Avis solo perché voglio utilizzare al meglio, senza sprechi, i soldi pubblici”. E quindi l’affondo: “E rispondo a Toti con una provocazione: penso che lui sia come l’orso Yoghi, quando nel cestino da picnic” il governatore ligure “vede soldi pubblici”.

Poi Toninelli – che mercoledì ha ribadito la sua contrarietà al Tav – entra nel merito, cioè, ancora una volta, il ponte Morandi, il Terzo Valico, la Gronda e la Torino-Lione: “Siccome siamo un paese e delle persone serie, non facciamo guadagnare soldi, ricchezze e guadagni a chi ha fatto crollare un ponte. Toti, piuttosto – aggiunge – la smetta di fare l’ultrà di Autostrade per l’Italia”. Quanto alla scelta della cordata che ricostruirà il ponte, Salini-Fincantieri-Italferr, “è stata scelta dal commissario tra 30 progetti. Quello che mi rende felice, da italiano, è che c’è dentro l’eccellenza dell’imprenditoria privata ma anche l’eccellenza dell’ingegneria pubblica. In particolare, sto parlando di Italferr, che progetta ponti in tutto il mondo e che pochi conoscono in Italia, è una realtà a cui è importante dare visibilità”.

Sulle altre infrastrutture – dal Terzo Valico al Tav, in attesa di analisi costi-benefici – secondo Toninelli è “il sistema di potere che dice che sono un ministro delle infrastrutture contro le infrastrutture, e la cosa mi inorgoglisce parecchio”. E aggiunge: “Sono il ministro delle Infrastrutture più a favore delle infrastrutture e delle grandi opere credo della storia, ma allo stesso tempo il più contrario allo spreco di denaro pubblico. Non si sceglie di fare una grande opera e solo dopo si guarda quanto costa, prima si guardano i benefici per i cittadini e poi si sceglie se farla oppure no. Questo stiamo facendo noi per la prima volta”.

Alla domanda se, con l’ok alla Tap e al terzo Valico, il M5S stia perdendo la sua vera anima, “è l’esatto opposto – risponde – abbiamo portato il modello di gestione corretta e trasparente come procedura nell’utilizzo di soldi pubblici”. E rivendica il metodo di laoro: “Non si è mai vista una forza politica che fa analisi costi benefici, guarda le carte, usa correttamente ogni centesimo. Se fossimo arrivati qualche anno prima le cose sarebbero andate diversamente – continua – Purtroppo, visto che chi ci aveva preceduto aveva posto la condizione del delitto perfetto, per il bene del Paese siamo stati obbligati ad andare avanti per non scassare le casse dello Stato”. Per Toninelli, “l’infrastruttura certamente da valorizzare e su cui investire come snodo internazionale sono i porti – afferma – i porti collegati con i treni ad alta capacità, con i binari che partono direttamente dal porto per poi andare, via terra, a portare i container in Italia e in Europa. Investiremo di più sui porti”.

Il ministro è entrato anche nella questione tassisti-Ncc spiegando che la misura tampone in legge di Bilancio “è stata accettata ufficialmente dai tassisti, che ieri vedendo Salvini far visita agli Ncc probabilmente si sono preoccupati…”. Sulla norma sugli Ncc prevista in manovra, per scongiurare l’obbligo del rientro in rimessa alla fine di ogni corsa che sarebbe scattato dal prossimo primo gennaio, “i tavoli li ha fatti il sottosegretario Edoardo Rixi, che probabilmente non si è sentito con Salvini…”. Una sottolineatura sul comportamento del ministro dell’Interno che mercoledì ha incontrato le associazioni di categoria al palazzo delle Stelline a Milano.

Non l’unica, nei confronti del vicepremier leghista. Toninelli puntualizza anche sulla nuova pista per l’aeroporto di Firenze Peretola, ‘sponsorizzata’ dalla Lega: “È sempre bello dire ‘costruiamo una cosa nuova’, è suggestivo, ma servono 150 milioni, con i soldi dei cittadini la facciamo solo se serve”. Su Peretola “è in corso un’analisi costi benefici“, spiega: “Si tratta di un aeroporto collegato con Pisa, perché il piano nazionale fatto dall’allora ministro Delrio considera Pisa e Firenze come unico aeroporto”, quindi gli “investimenti devono essere fatti in maniera collegata”. Aggiungendo che si tratta di aeroporti “molto remunerativi, a gestione privata, ovvero con un concessionari privato” e “in cui lo Stato per questa nuova pista dovrebbe spendere 150 milioni” di euro. “Sono tanti soldini – rimarca Toninelli – voglio vederci chiaro perché dobbiamo impegnare tanti soldi, quindi aspetto i risultati dell’analisi costi-benefici, e penso che Salvini non conosca molto bene il dossier“.

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