“La mia candidatura finirà per avvantaggiare Marco Minniti e quindi Renzi? Noi vogliamo rompere gli schemi, dove sta scritto che dobbiamo decidere per gli elettori?”. Maurizio Martina, lanciando la sua corsa alle prossime primarie del Partito democratico, si smarca dal rischio di fare un assist all’ex ministro dell’Interno, appoggiato dai renziani, tenendo tutti sotto al 51% dei consensi. E finendo così per lasciar decidere il prossimo segretario all’Assemblea dem, regolamento alla mano. “Non servono né abiure, né distinguo, sono convinto che si possa fare un lavoro nuovo. Né serve un Congresso-referendum che riproponga la logica ‘pro’ o ‘anti'”, è convinto Martina. Per poi attaccare la passata gestione dem, del quale fu però protagonista come vicesegretario, prima di succedere a Renzi ai vertici: “L‘Io ci ha fatto male, il ‘noi’ è il futuro“.
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