Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Ugo Forello, consigliere comunale M5s di Palermo che il 12 novembre è stato sostituito da Antonino Randazzo come capogruppo dei pentastellati.

Da esponente del MoVimento 5 Stelle ho vissuto con poco entusiasmo, ma nello stesso tempo con moderata fiducia, la formazione del governo giallo-verde, preoccupato che la convivenza con una forza così diversa, potesse comportare troppi compromessi dei nostri percorsi valoriali.
Ho avuto modo, in questi mesi, anche insieme ad altri portavoce, di esprimere riflessioni “divergenti” su questioni di rilevanza nazionale, come il caso Diciotti, il decreto sicurezza e, infine, l’attacco, troppo duro ed eccessivo, di Di Maio nei confronti dei giornalisti sul processo Raggi.

Le mie posizioni sono state assunte, in qualità di portavoce, avendo raccolto il disagio di diversi nostri attivisti ed elettori e, inoltre, perché ho sempre creduto che il dibattito e il libero confronto interno potessero aiutare a far crescere e maturare il MoVimento.

Dopo l’ultima presa di posizione pubblica (in cui ho affermato che “premesso che la Raggi in questi anni è stata oggetto di attacchi ignobili da parte di una parte del giornalismo italiano, chi ricopre cariche istituzionali non dovrebbe attaccare e denigrare nessuna categoria, e in particolare quella dei giornalisti; per gli equilibri democratici di un Paese sarebbe bene che queste manifestazioni non avvenissero”) ho appreso da un post su facebook di essere stato sostituito nel ruolo di capogruppo, ringraziandomi, altresì, per il lavoro fin qui svolto fatto.

Ho pensato in prima battuta ad uno scherzo, perché – come noto – il capogruppo viene eletto dai consiglieri comunali nel corso di una regolare riunione del gruppo consiliare e così andrebbe gestita la sostituzione.

Invece era tutto vero: alcuni portavoce di Palermo all’insaputa di altri, tra cui io, avrebbero così determinato la mia rimozione e la sostituzione con un altro consigliere. Guarda caso la scelta (presa da chi e come???), in violazione della regola dell’alternanza di genere che tutti i consiglieri avevamo concordato all’unanimità in una riunione ad inizio mandato, sarebbe ricaduta su una persona di fiducia e legata a doppio filo con coloro che rappresentano i leader del movimento in Sicilia. Una incredibile e assurda coincidenza oppure qualcuno a tentato di mettere il bavaglio a Palermo e a chi, soprattutto, è considerato come un “divergente”?

Che sia ben chiaro, la rotazione della carica di capogruppo era già stata decisa da tempo e si sarebbe dovuta effettuare a breve, ma queste modalità illegittimi e brutali non sono accettabili.
Ieri durante la seduta di consiglio comunale ho comunque rassegnato le dimissioni da capogruppo e indetto una riunione nei modi e riti previsti dalle norme per la scelta del nuovo/a capogruppo. Nel mentre, coloro i quali mi avevano già sostituito hanno dichiarato che “si è voluto solo anticipare” una decisione ancora da prendere (???). La situazione risulta davvero imbarazzante, ma nonostante tutto ciò io sono e rimango dentro il Movimento 5 Stelle.

Il MoVimento 5 Stelle sorto dal basso, espressione di libertà e partecipazione, nuovo “spazio di incidenza” concreto; Il MoVimento 5 Stelle che ha aperto i luoghi della politica e delle istituzioni ai cittadini per coinvolgerli nella gestione della “cosa pubblica”; Il MoVimento 5 Stelle dalle tante battaglie in nome della Costituzione, in difesa dei diritti delle persone e dei beni comuni, riscuotendo così l’adesione o le simpatie di storici esponenti della cultura della sinistra italiana, quali Dario Fo e Stefano Rodotà.

Sono entrato nel movimento ormai circa tre anni fa per le suddette ragioni, a conclusione di un percorso di impegno civile e sociale seguito negli anni contro la mafia e il racket delle estorsioni. Percorso che ha portato alla costituzione e alla crescita di un’associazione antimafia, formata da semplici cittadini, che ha tanto inciso nel risveglio delle coscienze palermitane, il “Comitato Addiopizzo“.Oggi ho come l’impressione che il Movimento sia alla ricerca della propria identità quella che, proprio Fo, indicava in “alto a sinistra”.

Certo, oggi si dice spesso che le categorie “destra” e “sinistra” sono ormai superate e che attraversiamo una fase “post-ideologica”, affermazione con cui posso, almeno in parte, concordare. Tuttavia la domanda da porsi è: le vecchie categorie di “destra” e “sinistra” con quali nuovi paradigmi valoriali e di concetto vengono sostituite? Perché se si è tutto e il contrario di tutto si rischia di non essere, alla fine dei giochi, nulla.

Per essere ancora più chiari: si guarda con interesse e voglia di emulazione al populismo di Trump negli Usa o di Bolsonaro in Brasile, oppure si ritengono più interessanti i fenomeni dei Verdi in Germania o di Podemos in Spagna? E quindi, si fa la gara con la Lega a chi riesce ad acchiappare più gli elettori della (ormai fu) area di centrodestra, oppure si esplora una strada nuova, progressista e alternativa, colmando così l’enorme voragine lasciata dal centro-sinistra?

Ho sempre ritenuto che i movimenti, i partiti e le associazioni che fanno attività politica, debbano assolvere anche a un’importantissima funzione culturale ed educativa. A tal fine dovrebbero quindi essere luoghi di compensazione, confronto e discussione in cui la paura, la rabbia e la frustrazione della gente vengano canalizzate e trasformate in forza positiva e propositiva. Penso che la tolleranza, il senso di fiducia e il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, costituiscano l’humus per una “sana democrazia” e che una forza di governo dovrebbe avere il valore etico, prima ancora che politico, di agire con senso di responsabilità, usando toni e modi che siano adeguati al ruolo istituzionale ricoperto e, nello stesso tempo, siano capaci di rappresentare al meglio l’interesse generale.

Il diritto di critica e di dissenso è un elemento irrinunciabile per la democrazia di qualsiasi struttura collettiva. Per il resto, come scrivevamo in una lettera che ha poi rappresentato il primo tassello per la nascita del Comitato Addiopizzo, ormai 14 anni fa “siamo uomini e donne abbastanza normali, cioè ribelli, differenti, scomodi, sognatori”.

Ugo Forello, Consigliere Comunale M5S di Palermo

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