Nuovo tavolo al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Blutec di Termini Imerese. L’obiettivo è stato acquisire informazioni in merito al piano industriale dell’azienda che, nonostante l’inchiesta in corso sull’utilizzazione del finanziamento pubblico da circa 21 milioni di fondi regionali vincolati a precisi investimenti industriali mai realizzati, ora ci riprova con un nuovo cronoprogramma sull’occupazione dei lavoratori e sulle prospettive per il rilancio delle produzioni nello stabilimento ex Fiat. Un piano concreto è atteso da anni, visto che dopo aver incassato i soldi pubblici, Blutec si è progressivamente rimangiata buona parte delle promesse fatte. Già l’ex ministro Carlo Calenda aveva ereditato lo spinoso caso dalle passate gestioni e aveva scelto di rimandare tutto passando così la patata bollente al governo gialloverde.

All’incontro, presieduto dallo stesso ministro Luigi Di Maio, erano presenti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, degli enti locali, il vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial e i rappresentanti di Invitalia. “La Fiom ha chiesto la salvaguardia della continuità occupazionale per il 2019 e gli interventi necessari a garantire l’uscita dei lavoratori ‘usurati’, visto che la cassa integrazione scadrà a dicembre 2018 e ad oggi non ci sono produzioni in grado di garantire la rioccupazione di tutti i lavoratori”, scrivono in una nota Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom-Cgil e Roberto Mastrosimone, segretario generale Fiom Sicilia.

Al Mise si è discusso anche della necessità di avere un dettagliato programma di quelle che sono le attività che saranno poste in essere nello stabilimento siciliano, al fine di poter ragionare proprio sul contratto di sviluppo da 21 milioni di euro – sul cui utilizzo indaga appunto la Procura di Termini Imerese – che si trova in fase di revoca all’azienda e per il quale è in corso una discussione sulla restituzione dei finanziamenti da parte della stessa a Invitalia. La rateizzazione della restituzione del finanziamento è una possibilità percorribile esclusivamente a fronte di un serio piano industriale che tuteli le professionalità dei circa 700 lavoratori ancora in attesa di risposte, in vista della contingente scadenza degli ammortizzatori sociali a fine dicembre 2018. Questa è la linea del ministero che, come ribadito dallo stesso Di Maio, è pronto a fornire, conformemente alle regole, tutti gli strumenti necessari purché l’azienda si attivi in questo percorso.

“Il nuovo piano industriale prevede l’occupazione di 694 lavoratori entro il 2020, con un cronoprogramma che vedrà a dicembre 2018 l’ingresso di 115 lavoratori, a settembre di altri 100 e a dicembre 2019 di ulteriori 344. Questi obiettivi sarebbero garantiti dalla eventuale conferma di tre iniziative industriali: elettrificazione del Doblò e del Ducato, assemblaggio delle batterie Samsung“, si legge nella nota Fiom. “L’azienda – scrivono poi De Palma e Mastrosimone – ha chiarito che sta procedendo a fornire tutte le documentazioni alla Guardia di Finanza relativamente al vecchio contratto di sviluppo e ha già realizzato una nuova proposta da sottoporre a Invitalia per realizzare il piano industriale”.

Dopo il primo obiettivo della salvaguardia della continuità occupazionale, per Fiom “è indispensabile la riapertura della vertenza Termini Imerese. Serve il coinvolgimento diretto di Fca“, si legge nella nota. Per questo il sindacato “ritiene la partecipazione del ministro Di Maio un atto importante verso i lavoratori e valuta positivamente la dichiarazione fatta di lavorare per il coinvolgimento diretto di Fca, come da noi richiesto. Inoltre la Blutec, a fronte della nostra sollecitazione a far partire la richiesta di nuovi ammortizzatori sociali per il 2019, si è impegnata ad attivarsi da subito”, conclude la nota.

Anche la Fim-Cisl ribadisce “la necessità di mettere subito in sicurezza i 694 dipendenti con la richiesta immediata della cassa integrazione per accompagnare il piano industriale ed evitare i licenziamenti, visto che il 31 dicembre 2018 finiscono gli ammortizzatori”, come scrive in una nota il segretario nazionale, Ferdinando Uliano. La restante parte del piano industriale “deve ancora trovare realizzazioni concrete nel prossimo periodo e l’azienda si è impegnata entro dicembre a dare maggior riscontro”, continua Uliano, aggiungendo anche lui di aver preso positivamente le disponibilità del ministro Di Maio, “di dare risposte concrete sia alla richiesta di cassa integrazione che l’azienda presenterà, sia alle richieste avanzate sul fronte pensionistico di alcuni lavoratori, che pur avendo i requisiti di lavoratori ‘usuranti’, a tutt’oggi non hanno trovato una risposta“.

Per lo stabilimento Blutec “ci sono decisioni urgenti da prendere, per scongiurare che il progetto di reindustrializzazione di Termini Imerese naufraghi del tutto, e confidiamo che il governo le assuma entro fine anno a fronte di quello sforzo sul piano industriale che è stato giustamente chiesto a Blutec”. Così scrivono invece il segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, Gianluca Ficco, e il segretario della Uilm di Palermo, Vincenzo Comella, in una nota diffusa al termine dell’incontro. “Innanzitutto è ancora in attesa di essere approvato da parte del ministero l’accordo raggiunto fra Blutec e Invitalia – chiariscono i sindacalisti della Uilm – relativo alla restituzione delle somme del vecchio contratto di sviluppo, accordo senza il quale abbiamo ragione di temere il peggio e che in sostanza oggi è stato condizionato a una implementazione del piano industriale da parte di Blutec”.

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