“Lo spread a 320 è un livello che non possiamo considerare di mantenere troppo a lungo”. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, intervistato a “Porta a porta”, ha analizzato la situazione dell’Italia dopo la bocciatura Ue sulla manovra. La sua è stata una considerazione formulata in risposta alla domanda: “Lo spread a 320 è una febbre a 40, insostenibile a lungo, o a 37 che si può gestire?”. Ma ha anche specificato: “Non ci sono motivi fondamentali che giustifichino questi livelli. I fondamentali dell’Italia sono solidi”. Il problema “è l’incertezza politica su dove il governo vuole andare a finire”. Secondo Tria c’è stato un approccio superficiale dell’Ue: “La lettera di ieri mi ha lasciato in alcuni punti sorpreso e perplesso per alcune valutazioni superficiali. Forse è stata scritta un po’ di fretta. Vengono criticati negativamente punti che nella manovra non ci sono, forse li hanno letti sui giornali”.

Intanto però per Tria si è aperto nuovamente un fronte dentro il governo dopo che è stata diffusa un’anticipazione della sua intervista a Famiglia Cristiana. Nel dialogo infatti si è tornati a parlare del caso dell’audio di Rocco Casalino, portavoce del presidente del Consiglio, in cui parlando con i giornalisti parlava di “una mega vendetta contro i tecnici del Mef” se non fosse stato approvato il reddito di cittadinanza. “Non desidero commentare volgarità e minacce contro funzionari dello Stato”, ha detto Tria, “specie se questi ricoprono una funzione di garanzia ed indipendenza universalmente riconosciuta e prevista dall’ordinamento”. Neanche il tempo di far uscire l’anticipazione, che i 5 stelle hanno diffuso una nota contro le dichiarazioni del ministro: “L’audio rubato al portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino, è un’altra vergognosa pagina di giornalismo. Quelle parole erano dette in privato e tali dovevano rimanere. Non si trattava affatto di minacce ma il portavoce riportava quella che è la linea del Movimento 5 stelle, perché tutto il Movimento è convinto che alcuni tecnici del Mef non svolgono il proprio ruolo con indipendenza e professionalità. Ci sorprende che il ministro Tria invece di fare valutazioni di merito e pulizia nel suo ministero li difenda a prescindere”. Nel merito è intervenuto anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha ribadito la sua posizione: “Non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto affermato un mese fa. Già in quell’occasione ho espresso piena fiducia al mio portavoce Rocco Casalino”.

Di fronte al botta e risposta protestano le opposizioni: “Lo scontro a mezzo stampa a colpi di minacce e repliche”, ha scritto su Facebook il deputato Pd Ubaldo Pagano, “tra il portavoce di Palazzo Chigi e il ministro dell’Economia è un caso senza precedenti. Il presidente del Consiglio Conte condivide la nota anonima del Movimento 5 stelle, quindi attribuibile allo stesso Casalino che ne è il capo comunicazione, che chiede di fare pulizia al ministero dell’Economia? E Tria che aspetta a sporgere denuncia se crede che i funzionari e dirigenti del suo ministero abbiano subito ‘minacce’?”.

Nella puntata di “Porta a porta” in onda questa sera, Tria ha anche parlato dell’impatto dell’aumento dello spread sul costo del debito pubblico dicendo che “ci vogliono quasi sette anni perché si trasmetta su tutto lo stock”. Quindi ha sottolineato che “è chiaro che pone un problema al sistema bancario, alle banche più deboli”. Si potrebbe porre un problema di ricapitalizzazione delle banche? Per affrontare eventuali difficoltà “si può fare in vario modo”, e “il sistema bancario italiano è più solido”, è stata la risposta. “Non è che non voglio rispondere”, nelle sue parole serve attenzione ai messaggi che possono arrivare ai mercati e non creare “aspettative”. “Il problema è come si interviene per dare il segnale ai mercati che siamo persone serie e che non vogliamo scassare nessun conto”. Ha ricordato quindi “quando Renzi ha annunciato” la misura sugli 80 “e non è successo tutto questo”, non c’è stata questa reazione dei mercati. C’è ora, invece, “un problema specifico legato a questo alzare i toni sulla Commissione. Io ho detto che bisogna abbassare i toni, sia in Italia sia da parte di altri. Ho scritto cose critiche ma sempre dicendo che bisogna salvare l’euro. Bisogna ritrovare le ragioni dello stare insieme”. Nel confronto che si è aperto sulla manovra, ha aggiunto, “cercherò di convincere con delle argomentazioni ma anche se non li convinco non si esce all’Ue o dall’eurozona”, anche “perché ci sono delle procedure” sulle divergenze da comporre”. Il ministro ha anche parlato di “toni da campagna elettorale” che, ha detto, “sono tali da gonfiare queste divergenze, da far pensare che questo deficit al 2,4% metta in discussione tutta la finanza pubblica europea”. E a chi in Europa ha premesso di non voler pagare i debiti dell’Italia ricorda “l’Italia ha speso 60 miliardi per aiutare Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda, ed ha fatto bene”. ma in questo caso “l’Italia non ha chiesto un euro di aiuto, non lo sta chiedendo e non lo chiederà”.

 

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