“Pensare che esistano luoghi nel nostro Paese in cui la mafia è completamente estranea credo che sia un illusione che ormai nessuno coltiva davvero, le mafie e la cosiddetta ‘linea della palma’ si è molto alzata” così il presidente dell’Anac, autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, si è espresso oggi a Genova rimarcando le perplessità circa l’assenza di norme antimafia nel decreto Genova.

Gli ambiti dei nuovi cantieri maggiormente a rischio sono quelli di smaltimento rifiuti e movimento terra, peraltro quelle opere propedeutiche per cui il Dl Genova è in assoluto più “flessibile”. Così oggi pomeriggio il presidente dell’Anac incontrerà il sindaco Marco Bucci, commissario straordinario per la ricostruzione: “È nell’interesse di tutti fare in fretta e bene – sottolinea Raffaele Cantone – il nostro obiettivo è proprio quello di prevenire possibili problemi che potrebbero insorgere dopo. Ho indicato al Parlamento quando sono stato audito quali ritengo essere i problemi, poi sarà compito di Governo e Parlamento se ritiene quei problemi rilevanti e come intervenire. Non spetta a me dare giudizi, men che meno fare proposte. Governo e Parlamento possono fare quello che ritengono e faranno le loro valutazioni. Ne ho parlato al Parlamento, ne ho parlato personalmente col ministro Salvini e col presidente del Consiglio, ho espresso le mie perplessità che vanno nella logica collaborativa, cioè proviamo a far partire il più velocemente possibile i lavori e soprattutto a farli partire senza che si verifichino intoppi successivi”. Il decreto Genova dovrà essere convertito in legge entro il 27 novembre.

“I nodi più complicati credo siano due: il quadro delle regole complesso, soprattutto la presenza in materia di appalti delle regole europee, poi l’assenza di riferimenti specifici alle norme antimafia”.

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